Grandi quantitativi di droga, intimidazioni e tassi di interesse pari a 20 euro al giorno ogni mille prestati. I dettagli del blitz della Dda

Di nove destinatarie del provvedimento, ne sono state arrestate 8 persone, una è attualmente irreperibile. Documentato un caso di usura a un imprenditore neretino.

Un’organizzazione composta da circa una quindicina di persone che a un certo punto sembrava assopita, ma che in realtà operava sul territorio. Un gruppo chiuso, ermetico, arroccato, ma molto operativo e con numerosi contatti.

All’alba di oggi, gli agenti della Squadra Mobile della Questura Lecce, diretti dal Vicequestore Pasquale Testini e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò, diretto dal Vicequestore Sabrina Manzone, dopo una lunga indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Lecce, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce Giulia Proto, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 9 persone indagate a vario titolo per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla commercializzazione di  sostanze stupefacenti, estorsione, usura e violazione della legge sulle armi. Dei nove soggetti destinatari del provvedimento, otto sono stati arrestati e uno, invece, risulta irreperibile.

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, hanno riguardato un’organizzazione che si ritiene operativa sul territorio della provincia di Lecce, specificatamente nel comprensorio neretino, area geografica dove Giuseppe Durante, detto “Pippi” (condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’assessore comune di Nardò, Renata Fonte) e Marcello Dell’Anna (la cui appartenenza alla criminalità organizzata è stata ampiamente riconosciuta con sentenze passate in giudicato), sono considerati i referenti della Sacra Corona Unita, con ruoli direttivi.

Con le investigazioni scaturite nel provvedimento di oggi, gli inquirenti ritengono di aver documentato l’incessante operatività di un gruppo dedito prevalentemente al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, di varia natura, soprattutto cocaina.

Agli arrestati è contestata l’appartenenza al gruppo criminale indagato, quale promotore, organizzatore o partecipe all’attività finalizzata all’approvvigionamento e al controllo delle piazze dello spaccio di Nardò e dei comuni e località marine limitrofe. I pagamenti per l’acquisto della droga avvenivano su carte prepagate, intestate a persone difficilmente identificabili o reperibili.

L’indagine, sviluppata per circa 16 mesi attraverso presidi tecnologici e servizi di pedinamento e osservazione, che si è avvalsa anche delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, avrebbe palesato come Roberto Longo, la cui affiliazione alla Scu è acclarata da sentenza, figura centrale del gruppo, sia ritenuto uomo di fiducia di Durante, insieme ad altri associati e come abbia gestito le attività illecite dell’organizzazione, operativa prevalentemente, ma non esclusivamente, nel territorio neretino, mantenendo anche vivi i contatti con il capoluogo.

A questi sono contestate, inoltre, azioni punitive, con aggressioni fisiche e lesioni personali, nei confronti di chi non osservava le regole dell’associazione o di chi, acquirente, pusher o spacciatore di sostanze stupefacenti, non pagava per tempo l’importo della droga acquistata, il cui prezzo variava a seconda del quantitativo.

Sarebbe emersa in alcune occasioni la disponibilità di armi utilizzate per porre in essere l’attività intimidatoria e l’estorsione, come nel caso di una persona a cui è stata portata via l’autovettura.

Infine, nei confronti di uno degli indagati, è stata avanzata l’ipotesi del reato di usura, in quanto gli investigatori ritengono di aver documentato, in ben sei episodi, il pagamento da parte di un imprenditore neretino, un commerciate in brevissimo tempo, di interessi vertiginosi a fronte di somme ricevute in prestito. Secondo gli inquirenti il tasso di interesse sarebbe stato pari a 20 euro al giorno ogni mille prestati e la vittima, dal dicembre 2019 al marzo 2020, avrebbe chiesto in prestito circa 10/12mila euro.

All’operazioni di oggi hanno preso parte anche i poliziotti, dei Reparti Prevenzione Crimine “Puglia Meridionale” di Lecce e “Calabria Meridionale” di Siderno.