Proseguiranno le indagini sulla morte di Andrea De Gabriele, lo studente allora 17enne originario di Campi Salentina, ma residente a Veglie, deceduto l'8 gennaio 2013 dopo essere caduto all’interno di un lucernario, adiacente al cortile della succursale del Liceo Scientifico “De Giorgi”. Il ragazzo che intorno alle 13.00 si trovava insieme ai suoi compagni nel cortile del “De Giorgi” sede del rione “San Pio”, stava per rientrare in aula al termine dell’ora di educazione fisica, quando si è arrampicato, aiutandosi con una sedia, su una grata che delimita l’area utilizzata dagli studenti, probabilmente per recuperare il giubbino (da quanto emerso nel corso delle indagini, sarebbe stato lanciato per gioco sulla copertura del lucernario da un suo compagno). Dopo aver superato la grata della recinzione, che delimita il campo di pallavolo con un grande lucernario, appoggiò un piede su un pannello di quest'ultimo (costituito da una rete metallica sottilissima), che cedette sotto il peso del giovane, facendo precipitare Andrea nel vuoto per una decina di metri. A nulla servirono i soccorsi ed il 17enne morì in ospedale.
Il Gip Vincenzo Brancato ha sciolto le riserve sulla decisione di andare avanti oppure meno con l'inchiesta sulla morte del ragazzo, accogliendo la richiesta degli avvocati Francesca Conte, difensore della madre e Antonio De Mauro del padre ( i genitori sono separati) , disponendo quindi un supplemento di indagini. Nell'udienza del 3 aprile scorso, i legali della famiglia di Andrea De Gabriele avevano, difatti, discusso l’opposizione alla decisione del sostituto procuratore Giuseppe Capoccia di archiviare l'inchiesta, in cui si ipotizzava l’accusa di omicidio colposo; in base ai risultati della consulenza tecnica di parte, redatta dagli ingegneri Cesare Barrotta e Paolo Fanizzi, gli avvocati Conte e De Mauro ritengono che da essa emergerebbe come siano state violate tutte le norme in materia di sicurezza previste dalla legge. Inoltre, l’avvocato De Mauro aveva prodotto una determina della Provincia di Lecce (ente addetto alla sicurezza della scuola) con cui "Palazzo dei Celestini" stabiliva di elevare a sei metri la copertura della grata. Un intervento che, secondo la difesa, non sarebbe stato attuato.
Il Gip Vincenzo Brancato che si era riservato nell'udienza precedente la decisione, ha espresso quest'oggi la necessità di proseguire con l'inchiesta attraverso nuove indagini. Il giudice vuole, sulla scorta di quanto emerso nella relazione dei consulenti nominati dagli avvocati, approfondire alcuni aspetti relativi alle caratteristiche tecniche della struttura, dal cui cedimento è derivata la caduta di Andrea De Gabriele. Il Gip intende anche risentire, su richiesta del difensore del padre, i suoi compagni di classe e gli altri studenti, presenti durante l'ora di educazione fisica, per ricostruire con maggiore precisione la dinamica dell'accaduto. Un suo compagno, già durante le indagini preliminari, aveva affermato di aver lanciato per gioco, il giubbino di De Gabriele sul lucernario; inoltre, un altro studente raccontò in precedenza agli inquirenti, di aver una volta recuperato un pallone nello stesso punto in cui è, invece, caduto Andrea, confermando, in qualche maniera, la pericolosità di quel lucernario.
Il fascicolo fu aperto dal sostituto procuratore Capoccia, con il capo d'imputazione di "omicidio colposo a carico di ignoti". L'autopsia effettuata dal medico legale Ermenegildo Colosimo accertava come il ragazzo, deceduto all’ospedale “Vito Fazzi” , fosse stato interessato in seguito alla caduta, da un" trauma toracico con sfondamento" e da "una frattura alla base del cranio".
La decisione di non andare avanti con le indagini era stata adottata sulla scorta di una consulenza tecnica richiesta dal PM Capoccia ed elaborata dagli ingegneri Marco e Marcello Pellegrini, di Bari, e Antonio Vernaleone, di Lecce. La Procura aveva chiesto ai professionisti di pronunciarsi in merito alle condizioni di sicurezza della struttura scolastica e di verificarne la conformità con gli standard fissati dalla legge: gli ingegneri, nel presentare la relazione conclusero come non ci fosse alcuna anomalia penalmente rilevante nell’edificio.
Adesso l'inchiesta ricomincia, con nuovi interrogatori ed accertamenti tecnici, al termine dei quali, comunque entro il 30 settembre, il PM Capoccia trarrà le proprie conclusioni, decidendo se archiviare il fascicolo o procedere diversamente.