Donna morta dopo la gastroscopia, chiusa l’inchiesta: indagato un medico

L’avviso di conclusione delle indagini è a firma del pubblico ministero Maria Vallefuoco che a breve potrebbe chiedere il rinvio a giudizio.

La Procura chiude l’inchiesta sulla morte di una donna, deceduta a causa delle complicanze di una gastroscopia. Il medico che ha eseguito l’esame in una clinica privata è indagato con l’accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario ed è assistito dagli avvocati Amilcare Tana e Giuseppe dell’Anna. I legali potranno ora presentare memorie difensive o chiedere l’interrogatorio del “camice bianco”.

L’avviso di conclusione delle indagini è a firma del pubblico ministero Maria Vallefuoco che, a breve, potrebbe chiedere il rinvio a giudizio.

Secondo l’accusa, non sarebbe stata fatta un’adeguata valutazione pre-operatoria in relazione al rischio dovuto all’obesità e all’assegnazione della paziente alla classe Asa. Inoltre, sarebbe stata opportuna una consulenza congiunta da parte di uno specialista e di un anestesista. Infine, ritiene il pm, il medico doveva provvedere al corretto monitoraggio della donna nel corso dell’intervento, “con riferimento al battito cardiaco, pressione arteriosa, ventilazione, attività elettrica cardiaca e livelli di sedazione”.

Invece, il pm ha già l’archiviazione per i tre medici, inizialmente iscritti nel registro degli indagati.

La denuncia

Ricordiamo che il marito di Teresa Tramacere, 49 anni di Squinzano, nei mesi scorsi, ha presentato una dettagliata denuncia, attraverso il legale Cosimo Miccoli, presso i carabinieri della locale stazione.

Il decesso è avvenuto il 23 ottobre del 2018, presso l’Ospedale “Vito Fazzi”, dove la donna era giunta in coma.
In precedenza Teresa, dopo essersi rivolta ad uno specialista, aveva prenotato una visita presso una clinica privata. Qui, doveva sottoporsi all’esame endogastroscopico, in vista di un successivo trattamento antiobesità in un ospedale fuori Provincia. Infatti, 19 ottobre scorso, si era recata in compagnia del marito, per sottoporsi all’esame, ma si sarebbe sentita male. Infatti, dopo circa 25 minuti sarebbe entrata in arresto cardiaco. A quel punto, si sarebbe reso necessario il trasporto d’urgenza presso il “Vito Fazzi” ed il ricovero in Rianimazione. La donna, giunta in gravi condizioni, dopo quattro giorni trascorsi in stato di coma, morì.

Responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Se i fatti di cui agli articoli 589 e 590 sono commessi nell’esercizio della professione sanitaria, si applicano le pene ivi previste salvo quanto disposto dal secondo comma.



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