Droga, armi ed usura nel territorio neretino. In nove finiscono sotto processo

Il gip Giulia Proto ha emesso nelle scorse ore, un decreto di giudizio immediato, come richiesto dal pubblico ministero Carmen Ruggiero della Direzione Distrettuale Antimafia

Dovranno affrontare un processo penale i nove arrestati, nell’ambito dell’inchiesta risalente all’aprile scorso, su di un vasto giro di droga, estorsioni, armi ed usura nel territorio neretino.

Il gip Giulia Proto ha emesso nelle scorse ore, un decreto di giudizio immediato, come richiesto dal pubblico ministero Carmen Ruggiero della Direzione Distrettuale Antimafia (permette di bypassare l’udienza preliminare) per: Roberto Longo, 55 anni, ritenuto a capo dell’organizzazione; Roberto Giammarruto, detto Robertino, 31 anni; Giulio Falconieri, detto Antaro, 34 anni; Fernando De Mitri, 36 anni; Chiara Marzano, 27 anni; Lorenzo Grillo, 42 anni; Sergio Spenga, 39 anni; Alessio Faharat, 36 anni (tutti di Nardò); Antony Fracella, 31 anni, residente a Galatone. L’inizio del processo è stato fissato per il 7 novembre dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale.

Potranno comunque chiedere nei prossimi giorni, attraverso i propri legali, un rito alternativo (abbreviato o patteggiamento). Sono assistiti dagli avvocati Giampiero Geusa, Giuseppe Bonsegna, Andrea Frassanito, Tommaso Valente, Stefano Pati, Ladislao Massari.

Otto imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura dell’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla commercializzazione di sostanze stupefacenti.

Le posizioni di altri sei indagati sono invece state stralciate e nei loro confronti si procede separatamente.

L’inchiesta

I pagamenti per l’acquisto della droga (soprattutto cocaina e marijuana) sarebbero avvenuti su carte prepagate, intestate a persone difficilmente identificabili o reperibili.

Ad alcuni imputati sono contestate, inoltre, azioni punitive, con aggressioni fisiche ed a volte con l’uso di armi, nei confronti di chi non osservava le regole dell’associazione o di chi non pagava per tempo la droga acquistata.

A Giammarruto e De Mitri viene attribuita anche un estorsione, ad un acquirente della droga a cui è stata portata via l’autovettura.

Infine, nei confronti del solo Giammarruto, è stata avanzata l’ipotesi del reato di usura, in quanto gli investigatori ritengono di aver documentato, in ben sei episodi, il pagamento da parte di un imprenditore neretino, di interessi vertiginosi a fronte di somme ricevute in prestito (circa 10/12mila euro).

Le posizioni di altri sei indagati sono invece state stralciate e nei loro confronti si procede separatamente.

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, condotte dai poliziotti del commissariato di Nardò e della Questura di Lecce e culminate in nove arresti nell’aprile scorso, hanno riguardato un’organizzazione operativa nella provincia di Lecce, specificatamente nel comprensorio neretino, area geografica dove Giuseppe Durante, detto “Pippi”(condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’assessore del Comune di Nardò, Renata Fonte) e Marcello Dell’Anna (la cui appartenenza alla criminalità organizzata sarebbe stata riconosciuta con sentenze passate in giudicato), sono considerati i referenti della Sacra Corona Unita, con ruoli direttivi.

 



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