Arrivano due condanne, al termine del processo riguardante lo stabilimento balneare « Chiusurelle village srl” , in località Torre Castiglione (Porto Cesareo).
I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Stefano Sernia) hanno inflitto, per il reato di abuso d’ufficio, la pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione a Tarcisio Basile, nelle vesti di dirigente del settore V ed a Paolo Stefanelli, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Porto Cesareo ed ex Presidente nazionale dell’ordine degli ingegneri. Basile è stato condannato per aver rilasciato il nulla osta dell’ente “Palude del Conte e Duna Costiera”. Invece, Stefanelli per la concessione demaniale del dicembre 2015 ritenuta in contrasto con il Piano Regionale delle Coste (assolto per il permesso di costruire).
Per quest’ultimo è arrivata inoltre l’assoluzione dal reato di falso ideologico per avere attestato, nel corso di un sopralluogo avvenuto nel luglio del 2015, che nell’area interessata, non vi erano boschi e macchia mediterranea.
I giudici hanno inoltre condannato i due imputati al risarcimento del danno (in separata sede) nei confronti della società “concorrente” che si era costituita parte civile con l’avvocato Donato De Mitri.
Invece, il collegio giudicante ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione, per i quattro imputati, in merito agli abusi edilizi. Oltre a Stefanelli e Basile, rispondevano di questa ipotesi di reato anche: Salvatore Manni, legale rappresentante della società Chiusurelle Village s.r.l. ed Enrico Ampolo, tecnico progettista. Non solo, poiché è stato disposto il dissequestro della struttura.
Al vaglio del pm Roberta Licci finirono una serie di interventi edilizi in zona sottoposta a vincolo paesaggistico Ricordiamo che i sigilli all’area vennero apposti il 29 novembre del 2016. Nel dicembre del 2017, il sequestro, inizialmente probatorio, divenne preventivo per impedire la realizzazione delle «opere illegittimamente autorizzate». Secondo il gip Michele Toriello «appare conclamata la circostanza che il progetto contrasta con le norme tecniche del Piano urbanistico generale di Porto Cesareo perché nell’area interessata le norme tecniche di attuazione vietano la realizzazione di opere che comportino la creazione di nuovi insediamenti o la trasformazione della vegetazione o del territorio».
Nei mesi scorsi, invece, il Consiglio di Stato ha affermato in via definitiva la legittimità degli atti del Comune di Porto Cesareo, circa la corretta comparazione tra istanze concorrenti e la compatibilità urbanistica e paesaggistica dell’insediamento.
La difesa dei tecnici, composta dagli avvocati Pietro e Antonio Quinto e Luigi Corvaglia, evidenzia che vi è un corto circuito tra l’accertamento dei fatti contenuto nelle decisioni adottate dai giudici amministrativi e quello a cui è pervenuto il tribunale penale. Motivo per cui si proporrà appello subito dopo la pubblicazione della sentenza (entro 90 giorni). Il collegio difensivo è completato dagli avvocati Gabriella Mastrolia, Pier Luigi Portaluri, Giulio De Simone, Carlo Mignone.
