C’è anche un salentino tra i 3 candidati alle regionali pugliesi, che la commissione Antimafia ha inserito nella lista degli “impresentabili”.
Si tratta di Raffaele Guido, 68enne di Lecce, che compare nella lista di “Fiamma Tricolore” a sostegno di Piero Antonio Bruni.
Gli altri due candidati bocciati dall’Antimafia in Puglia, corrono con liste a sostegno di Michele Emiliano: si tratta di Silvana Albani, medico a Bari e candidata nella lista “Puglia Solidale Verde” e Vincenzo Gelardi, candidato a Taranto nella lista “Partito del Sud.
La commissione Antimafia ha giudicato impresentabili complessivamente, 13 candidati in tutta Italia. Come detto, 3 di questi sono in Puglia, 9 in Campania e uno in Valle d’Aosta.
Il processo “case popolari”
Guido compare tra gli imputati del processo “case popolari”, in corso a Lecce con rito ordinario, dinanzi ai giudici della seconda collegiale e risponde di corruzione elettorale e occupazione abusiva di suolo pubblico.
E poi, in concorso con altri imputati, di tentata violenza privata e lesioni aggravate dall’utilizzo del metodo mafioso. I pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci, ritengono che Andrea Santoro, Nicola Pinto ed Umberto Nicoletti abbiano anzitutto cercato con minacce, di far ritirare la denuncia a Piero Scatigna (il “grande accusatore” dell’inchiesta “Estia”), nei confronti proprio di Raffaele Guido, dipendente dell’ex I.A.C.P., in relazione alla “illecita e privatistica gestione degli immobili ERP”.
L’episodio più grave, però, sarebbe stata l’imboscata tesa al “grande accusatore”, nel giugno del 2015, da parte di Santoro, Pinto e Umberto Nicoletti. In che modo? Fissandogli un appuntamento a Giorgilorio presso la casa di Giuseppe Nicoletti (padre di Umberto) e colpendolo brutalmente, cagionandogli un trauma cranico e facciale, additandolo ripetutamente come “infame”.
Il gip nell’ordinanza, occorre ricordare, ritiene però che le suddette condotte contestate dalla Procura, siano addebitabili soltanto ad Umberto Nicoletti, Nicola Pinto ed Andrea Santoro.