Presenta ricorso in Appello contro la condanna all’ergastolo la difesa di Antonio De Marco, l’omicida reo confesso di Daniele De Santis ed Eleonora Manta.
L’istanza è stata depositata questa mattina dagli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario, presso la Corte d’Assise (verrà trasmesso in Corte d’Assise d’Appello), sulla scorta delle motivazioni della sentenza, depositata nei mesi scorsi dal giudice relatore Maria Francesca Mariano. Antonio De Marco, studente 23enne di scienze infermieristiche, secondo i legali, sarebbe affetto da un vizio di mente ed era incapace d’intendere e di volere al momento dei fatti
La difesa di De Marco, nei motivi di Appello, ribadisce sostanzialmente quanto già sostenuto dinanzi alla Corte d’Assise, nel corso della discussione del processo di primo grado. Anzitutto, pur sottolineando la gravita del gesto e che non ci siano dubbi sul fatto che sia l’autore dell’omicidio, è necessario stabilire le sue condizioni mentali quando ha ucciso.
Antonio De Marco, studente 23enne di scienze infermieristiche, secondo i legali, sarebbe affetto da un vizio di mente ed era incapace d’intendere e di volere al momento dei fatti. Nello specifico, si tratterebbe di una grave condizione psicopatologica dello spettro autistico, che sarebbe emersa dalle conclusioni dei consulenti di parte Elio Serra e Felice Carabellese. Inoltre, la difesa ritiene come la perizia psichiatrica dei consulenti del tribunale, il professore Andrea Balbi ed il neuropsichiatra Massimo Marra, sia inadeguata. In essa si parla di un disturbo narcisistico della personalità. E per questo motivo, la difesa aveva già chiesto ai giudici della Corte d’Assise, di disporre una nuova perizia e rinnoverà la richiesta nel corso del processo di Appello.
Nel corso della discussione in aula, aveva citato una frase, scritta da De Marco nel diario, emblematica della sua condizione: “Se Dio, il destino, se il caso non vuole che Daniele ed altre persone muoiano, allora deve farmi incontrare una ragazza che voglia stare con me. Altrimenti non mi fermerò ed ucciderò sempre più persone”. Ed aveva aggiunto, che De Marco ha ucciso Daniele ed Eleonora anche se non avevano alcuna colpa.
Nei motivi di Appello, i difensori di De Marco si soffermano anche sulle aggravanti della crudeltà e della premeditazione, la cui eventuale esclusione comporterebbe l’applicazione del giudizio abbreviato. Già nel corso della discussione in aula, la difesa aveva parlato di dolo d’impeto e sottolineato come De Marco abbia agito, spinto da un impulso delirante irrefrenabile. Inoltre, nell’Appello i legali si soffermano sul riconoscimento delle attenuanti generiche, anche in virtù della collaborazione del giovane studente con gli inquirenti.
Intanto, nei mesi scorsi, il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini che aveva chiesto anche la pena dell’isolamento diurno per 1 anno, ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise.
Secondo la Procura bisognava applicare anche l’isolamento diurno per 1 anno, come richiesto nel corso della discussione in aula. Il pm Moschettini ritiene che trattandosi di duplice omicidio, si deve tener conto dell’articolo 72 comma 1, poiché a De Marco non sono state riconosciute le attenuanti generiche e sono state applicate le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Ora il ricorso della difesa e quello della pubblica accusa, dovrebbero essere discussi insieme, nel corso del processo in Corte d’Assise d’Appello che verrà fissato nei prossimi giorni.
Il processo
Ricordiamo che il 7 giugno scorso, la Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano e giudici popolari) ha emesso la sentenza di condanna al carcere a vita nei confronti del 23enne di Casarano. Antonio De Marco è stato riconosciuto colpevole del reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.
I giudici hanno disposto un maxi risarcimento del danno in favore dei familiari della coppia, barbaramente assassinata con quasi 80 coltellate, nell’abitazione di via Montello a Lecce, il 21 settembre del 2020. La famiglia di Daniele De Santis, arbitro leccese di 33 anni, è difesa dagli avvocati Mario Fazzini e Renata Minafra.
La mamma, lo zio e la nonna di Eleonora Manta, 30enne originaria di Seclì, laureata in giurisprudenza con un impiego all’Inps, sono assistiti dagli avvocati Francesco Spagnolo, Stefano Miglietta, Fiorella d’Ettorre. Il papà è invece difeso dall’avvocato Luca Piri.
L’arresto
Ricordiamo che Antonio De Marco venne sottoposto a fermo il 28 settembre del 2020. Il provvedimento venne poi convalidato dal gip Michele Toriello. Nel corso dell’interrogatorio in carcere, il 23enne di Casarano aveva riferito, in merito al movente, di avere agito spinto dalla rabbia: “Forse un gesto eclatante…. Forse fare dolore agli altri. E loro erano felici, sembravano felici”.
