Farmaci scaduti al Fazzi, la Direzione Generale avvia una verifica interna

È stata avviata una verifica interna su tutte le strutture. E dalla Asl arrivano dettagliate precisazioni in ordine a quanto emerso sulla stampa

La notizia dei sequestri effettuati dai carabinieri del Nas è esplosa come una bomba, tra l’indignazione degli utenti e le domande della politica.

Immediatamente, la Direzione Generale ASL Lecce ha fatto sapere di aver avviato una verifica interna di vasta portata.

Gli accertamenti saranno svolti su due piani, si legge nella nota stampa della Asl. Ad essere chiamati all’appello sono, in particolare, i direttori delle unità operative di Neuroradiologia e Emodinamica Interventistica del “Fazzi” affinchè possano relazionare sull’accaduto.

Ai dirigenti infermieristici, invece, è stato dato incarico di accertare i fatti accaduti, ma anche di avviare una immediata verifica su tutte le strutture ospedaliere e territoriali.

Saranno perciò analizzate e controllate le procedure “messe in atto per vigilare sulla corretta tenuta dei farmaci, dei dispositivi medici impiantabili e di tutto il materiale sanitario”.

Un’approfondita attività di monitoraggio, quindi, che coinvolgerà direttamente i coordinatori infermieristici, e che “dovrà dare assoluta priorità alle Unità Operative di Terapia Intensiva e di Area Chirurgica”. Il tutto per abbreviare i tempi di verifica e controllo.

Se criticità e problematiche emergeranno, la Direzione sanitaria si impegna ad intervenire per impartire “le necessarie e possibili disposizioni finalizzate alla risoluzione delle eventuali problematiche riscontrate, così da evitare il ripetersi di analoghi episodi che, oltre a provocare nocumento all’ASL, causano un forte allarme sociale”.

La sede operativa è il Polo Ospedaliero del “Vito Fazzi”, considerato che presso di esso sono attivi circa la metà dei posti letto dell’azienda sanitaria.

Le precisazioni del dott. Colonna

Di seguito, poi, le precisazioni del dott. Giuseppe Colonna, direttore dell’unità operativa di Emodinamica sulle problematiche riscontrate nella sala di back-up di Angiografia, eccezionalmente utilizzata dalla stessa unità operativa.

“La Sala Angiografica, dove è stato rilevato il materiale scaduto è situata al 1° piano del P.O. V. Fazzi ed attualmente utilizzabile soltanto in back-up per procedure diagnostiche, qualora la nuova Sala Angiografica situata al piano terra risulti inutilizzabile per manutenzione o avaria.

Nel caso di utilizzo in back-up della suddetta Sala Angiografica, non essendo utilizzata routinariamente, si predispone il trasporto del carrello di emergenza con i relativi presidi farmacologici dalla nuova Sala Angiografica.

Durante il sopralluogo dei Carabinieri (N.A.S.) eseguito c/o la Sala Angiografica situata al piano terra, ed attualmente in uso, non è stata rilevata alcuna anomalia riguardante farmaci, presidi terapeutici o dispositivi impiantabili.

I presidi scaduti rinvenuti nella vecchia Sala Angiografica riguardano unicamente cateteri diagnostici custoditi in un armadio SEPARATO, kit per flebo e rubinetteria varia che erano in disuso presso un locale tecnico.

Il dispositivo AngioSeal TM Plus scaduto in data 31-7-2018 è utilizzabile per eventuali procedure per via femorale; il 90% delle procedure diagnostiche è eseguito per via radiale e, nel caso di procedura per via femorale l’attuale dispositivo utilizzato nel nostro laboratorio è il Femosael.

Le etichette sulle siringhe presenti sul carrello di emergenza riportanti la dicitura 31-1-2019, si riferiscono alla data di preparazione del farmaco e non alla scadenza.

Tutti i dispositivi impiantabili ed impiantati (ad es. stent coronarici) analizzati non sono risultati scaduti come si può evincere analizzando lo scarico sui registri di Sala, pertanto risulta gratuita ed infondata l’affermazione riguardante il rischio ed il pericolo sulla salute dei pazienti”.



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