La Lezzi declina l’invito. A San Foca sono rimasti solo i NO-Tap, ma si fanno sentire: “questa terra non è in vendita”

I NoTap hanno sfidato il maltempo e si sono ritrovati a San Foca, per protestare contro l’opera e il Movimento Cinque Stelle che aveva promesso di bloccarla

C’è vento forte a San Foca. E non è solo quello della polemica scoppiata dopo il via libera del Governo alla costruzione del gasdotto. C’è stato anche un acquazzone, ma non è bastato a fermare gli attivisti del Movimento No-Tap che si sono dati appuntamento nella marina di Melendugno per protestare contro l’opera e il Movimento Cinque Stelle che aveva promesso di bloccarla.

C’erano trecento persone, forse più. Donne, uomini, anziani e bambini che ai piedi della Torre hanno ribadito che il gasdotto non lo vogliono, né qui né altrove. Né mo, né mai. Per gridare che il Salento non è in vendita.

Una manifestazione forte, simbolica. All’interno di un bidone sono state bruciate le bandiere dei Cinque stelle e pure le foto degli esponenti di spicco, compresa quella del Ministro per il Sud Barbara Lezzi. Il coro è unanime: «dimettetevi».

In prima fila, c’è il sindaco di Melendugno, Marco Potì, convinto che la battaglia contro il gasdotto Tap non è ancora persa.

«Il ministro Salvini, che fa parte di questo governo – ha affermato il primo cittadino – ha preso l’impegno di non fare entrare le navi nei porti italiani e lo ha mantenuto violando Trattato di Dublino e, in quel caso, non ci sono soldi ma vite umane in gioco. Di Maio e Conte, invece, non hanno il coraggio e la volontà di fermare quest’opera, definita giustamente una follia ingegneristica».

Grande assente, invece, la ministra Lezzi che era stata invitata per dimostrare, carte alla mano, dove sono le penali da pagare.

Sembra passato un secolo da quando Di Battista urlava che con loro a Governo l’opera sarebbe stata bloccata in quindici giorni. Era proprio lì, a pochi passi dalla Torre, sul lungomare dove ora si parla di tradimento.

Presto riprenderanno i lavori

Ricevuto il via libera, la multinazionale svizzera si prepara a riprendere i lavori, sospesi in attesa della decisione nel Governo. Già domani a San Foca potrebbe arrivare la Sara T, l’imbarcazione ormeggiata a Otranto che dovrà sistemare le boe per monitorare il rumore e la torbidità dell’acqua. Poi toccherà alla Adhemar De Saint Venant, ferma nel porto di Brindisi. A terra, invece, fari puntati nella zona di Masseria del Capitano, dove verrà realizzato il terminale di ricezione.



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