“Un’aggressione selvaggia ed una violenza gratuita”: i motivi dell’arresto del medico di Calimera

È quanto sostenuto dal gip Giulia Proto nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, nei confronti del medico di base Vincenzo Refolo.

“Una violenza gratuita oltre che assurda quella con la quale l’indagato si è scagliato sulla sua vittima anche quando era ormai a terra, inerme”. È quanto sostenuto dal gip Giulia Proto nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, nei confronti del medico di base arrestato in queste ore, per aver preso a calci e pugni, il 2 aprile scorso, un 86enne a Calimera. Un arresto scaturito in ragione dell’assenza di autocontrollo da parte dell’indagato.

Il giudice definisce l’episodio “un aggressione selvaggia” e rimarca che si è trattato di una forma di “violenza spropositata a fronte della semplice e banale insistenza di un paziente anziano che voleva solo una soluzione o un suggerimento”.

Il gip, soprattutto sulla scorta di quanto contenuto nella denuncia della vittima e di tre testimonianze raccolte dagli inquirenti, ritiene sussistenti le esigenze cautelari, per la pericolosità dell’indagato; aspetto che è possibile desumere dalla brutale aggressione nei confronti di una persona anziana e malata. Non solo, poiché secondo il giudice, vi è il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.
Infatti, sostiene il gip Proto, “il soggetto si deve ritenere privo di freni inibitori… incline a reazioni di inusitata violenza”.
Inoltre, Refolo, come emrso da una testimonianza, avrebbe chiesto ai presenti di non chiamare i carabinieri e di “non dire nulla”.

L’interrogatorio di garanzia di Vincenzo Refolo si svolgerà nelle prossime ore. Il medico è difeso dall’avvocato Gabriele Valentini e potrà fornire la propria versione dei fatti dinanzi al gip o avvalersi della facoltà di non rispondere.
L’indagato risponde del reato di lesioni personali aggravate dalla sua qualifica di pubblico ufficiale e dai motivi futili e abietti.

Invece, Foca Bellotoma, l’86enne di Calimera vittima del pestaggio, è difeso dall’avvocato Renata Minafra.



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