Anno giudiziario. Il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonio De Mauro: “Abbiamo dovuto affrontare un mondo nuovo”

Il presidente nel corso del suo intervento si è soffermato sulla fase della ripartenza, dopo l’emergenza sanitaria dovuta al COVID 19

“Abbiamo dovuto affrontare un mondo nuovo, caratterizzato da modalità differenti di svolgimento delle attività quotidiane che hanno inciso in maniera significativa sulla nostra vita e sulla nostra professione”.

Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Lecce Antonio De Mauro nel corso del suo intervento, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023, si è soffermato sulla fase della ripartenza, dopo l’emergenza sanitaria dovuta al COVID 19 “con l’euforia che caratterizza lo scampato pericolo”. Ed ha aggiunto: “Per un verso si potrebbe valutare positivamente l’implementazione delle modalità telematiche di svolgimento della nostra attività, sia nel civile che nel penale, sempre che i predetti sistemi telematici siano efficienti e rispondano alle esigenze manifestate dal difensore”.

De Mauro ha messo in evidenza, però, anche qualche criticità riguardo l’accesso nelle cancellerie. Nello specifico, ha affermato: “Al nostro appello dello scorso anno, tutti gli uffici giudiziari hanno risposto in maniera efficiente, disponendo, ancorché in tempi differenti, la completa riapertura delle cancellerie alla libera fruizione della classe forense”.

Anche se ha aggiunto che c’è un ufficio giudiziario nel quale questo percorso non è stato ancora compiuto del tutto, portando l’avvocatura a convocare due assemblee straordinarie.

Ed a tal proposito, ha affermato De Mauro: “Allo stato è in vigore un provvedimento di tipo sperimentale che sfocerà, è questa l’esigenza dell’avvocatura, nella eliminazione di quei limiti che ancora oggi, in una parte delle giornata lavorativa, si frappongono al libero accesso degli avvocati alle cancellerie”.

Un altro elemento di criticità, secondo il presidente De Mauro, riguarda la mancata uniformazione delle norme regolamentari che regolano le udienze a trattazione scritta e la fissazione degli orari per la trattazione dei processi che in alcuni casi non vengono rispettati costringendo avvocati, parti e testimoni ad attese inammissibili.

De Mauro, nel corso del suo intervento, ha poi posto l’attenzione sul tema delle riforme del processo civile e di quello penale. Ed a tal proposito, ha sostenuto: “Emerge l’ineludibile bisogno di un confronto aperto e leale tra avvocatura e magistratura perché si possa dare attuazione ai principi costituzionali e per evitare che il processo e la regola in rito si trasformi in un surrettizio sistema di denegare la giustizia al cittadino, rifugiandosi in più comode pronunce di inammissibilità”.

Infine, a conclusione del suo intervento, il presidente De Mauro ha affermato: “Signor Presidente, Signor Procuratore Generale, la toga che indosso mi è stata consegnata da mio padre insieme alla certezza che vale spendere la propria vita per lenire una ferita, per tutelare un diritto, per riparare un torto. Ma fino a quando anche un solo Giudice riterrà fastidiosa la presenza del difensore e anche un solo cancelliere penserà di perder tempo rispondendo alle legittime richieste dell’avvocato la giustizia non potrà dirsi compiuta!”.