Aveva scelto di essere giudicato con l'abbreviato "condizionato" ad una perizia psichiatrica Francesco Preite, uno dei due "piromani" di Taurisano ed il giudice ha conferito l'incarico. Nella tarda mattinata di oggi, ha prestato "giuramento" dinanzi al Gup Alcide Maritati, lo psichiatra Marcello Rollo, poiché il dr. Domenico Suma è risultato incompatibile.
La perizia per il 45enne di Taurisano era stata richiesta dal suo difensore, l'avvocato Carlo Gervasi, in seguito ad accordo tra le parti. Il consulente dovrà accertare la capacità d'intendere e di volere e di stare in giudizio di Francesco Preite. Il "quesito" viene esteso all'accertamento della pericolosità sociale dell'imputato.
Le operazioni peritali avranno inizio il 13 aprile e l'esito della consulenza dovrà essere depositato entro il termine di 60 giorni. La prossima udienza è stata fissata per il 16 giugno quando avrà inizio la discussione e dovrebbe essere emessa la sentenza.
Sergio Caputo, 50enne di Matino, sarà giudicato con rito ordinario, a partire dall'11 maggio dinanzi al giudice della prima sezione penale. L'uomo è difeso dagli avvocati Giancarlo Zompì e Luigi Provenzano. I proprietari dell'abitazione incendiata si sono costituiti parte civile con l'avvocato Biagio Palamà.
Ricordiamo che il 24 dicembre scorso una Volante del Commissariato di Taurisano era intervenuta in via Vittorio Emanuele III assieme ad una pattuglia dei Carabinieri, nonché di personale del 118 e dei Vigili del Fuoco di Tricase perché una casa stava andando letteralmente a fuoco. Individuata la signora che si trovava all'interno, i militari ed i medici l’hanno portata in salvo. La donna dopo essere stata sottoposta alle prime cure, ha raccontato alla Polizia che, circa dieci minuti prima, mentre si trovava all’interno dell’abitazione, aveva udito dall’esterno due voci maschili, una delle quali era del fratello Francesco Preite e l’altra di un suo amico, Sergio Caputo. Dal racconto della signora, il fratello aveva invitato l’amico a buttare della benzina all’interno dell’abitazione, poi, i due erano riusciti ad entrare forzando la porta e lei, spaventata, si era rifugiata nel bagno fino a quando non erano andati via.
Il motivo del gesto sarebbe da attribuire ad un contrasto per motivi ereditari, in quanto l’uomo accusava la donna di essersi impadronita ingiustamente di alcuni beni. Inoltre, il legale della "vittima", l'avvocato Sonia Santoro, la sera precedente era stata avvicinata dai due che con fare minaccioso gli avevano intimato di adoperarsi per la restituzione di quanto ingiustamente tolto, altrimenti “ci sarebbe stato un funerale”. L’episodio è stato denunciato e durante l'udienza preliminare, anch'ella ha chiesto il risarcimento del danno, attraverso la collega Floriana De Donno.
Per quanto accaduto, Francesco Preite e Sergio Caputo sono stati tratti in arresto per i reati di incendio doloso, tentato omicidio ed atti persecutori. Invece, circa quindici giorni dopo, ad essere presa di mira è stata l’abitazione dei due "piromani" ; già il 31 dicembre 2015, la stessa casa era stata danneggiata lievemente da un rogo. Ma questa volta il danno ben più notevole: tutto l’immobile, con relativi arredi, è andato completamente distrutto. Considerando che l’appartamento si trova disabitato, a lanciare l’allarme sono stati alcuni residenti di via Mazzini. Tutto lascia pensare, tuttavia, ad una ritorsione nei confronti dei due. A qualcuno, infatti, potrebbe non essere andata a genio, la questione tutta legata ad interessi ereditari e iniziata con una serie di atti persecutori posti dalle vittime del rogo.
