Inchiesta bis sulla discarica di Cavallino. Sotto processo il sindaco ed un ex “primo cittadino”

Sono state rinviate a giudizio anche altre tre persone. Rispondono di inquinamento ambientale colposo e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Finiscono sotto processo i cinque imputati nell’ambito dell’inchiesta bis sulla discarica di Cavallino. Al termine dell’udienza preliminare, il gup Alessandra Sermarini ha rinviato a giudizio: l’attuale sindaco di Cavallino, in carica dal 2016 ed al secondo mandato consecutivo, Bruno Ciccarese Gorgoni, 51enne di Cavallino; l’ex sindaco Michele Lombardi, 59enne di Cavallino, “primo cittadino” dal 2006 al 2016. Entrambi compaiono nelle vesti di rappresentanti dell’ente che ha gestito le procedure amministrative relative alla realizzazione e gestione della discarica.

E poi, Giuseppe Antonio De Giorgi, 59enne di Calimera, responsabile del settore lavori pubblici di Cavallino, nonché Rup (responsabile unico del procedimento) per i lavori di bonifica e messa in sicurezza provvisoria delle aree di deposito delle ecoballe. E ancora, Gino Montinaro, 62enne leccese, legale rappresentante di “Ambiente e sviluppo scarl” che ha gestito la discarica dal 2001 al 2014 e Giuseppe Cesario Calò, 69enne di San Cesario, amministratore unico della Geoambiente srl, la società che ha gestito la discarica a partire dal 2014.

I cinque imputati dovranno presentarsi, nei prossimi mesi, davanti al giudice monocratico per l’inizio del processo e potranno dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento. Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Fritz Massa, Antonella Corvaglia, Luigi Rella, Andrea Sambati e Donato Sabetta.

Le ipotesi di reato contestate dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone sono: inquinamento ambientale colposo e attività di gestione di rifiuti non autorizzata. L’indagine ha fatto luce sugli ultimi 18 anni di gestione della discarica.

Secondo la Procura, gli indagati avrebbero trasformato l’area in un deposito permanente di ecoballe per un volume complessivo di 59mila metri cubi di rifiuti, di cui 48.700 metri cubi ancora presenti. Dunque, gli indagati avrebbero contribuito alla realizzazione di una discarica abusiva, determinando un danneggiamento del suolo causato da una impermeabilizzazione inadeguata al contenimento, benché fosse terminata la fase emergenziale del 2009. Non solo, poichè secondo la Procura, il deterioramento del suolo avrebbe provocato un accumulo di liquidi, con una elevatissima presenza di ammoniaca ed un eccesso di ferro, manganese e benzene, provocando anche l’emissione di odori molesti.

Le dichiarazioni dell’avvocato Massa

A margine della decisione di rinvio a giudizio del gup, l’avvocato Fritz Massa, afferma:” Prendo atto del rinvio a giudizio, ma prendo anche atto, del fatto che la consulenza non vada nella direzione del capo d’imputazione e la decisione del giudice sia maturata in pochi minuti”. E continua il legale “Si pone, inoltre, un problema di autonomia del giudice rispetto alle Procura che spero sia risolto dal referendum”.



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