Un altro tassello giudiziario dell'inchiesta «Bravi Ragazzi» si è concluso oggi.
I giudici della seconda sezione penale collegiale (Presidente Roberto Tanisi) hanno inflitto 1 anno e 4 mesi all'allora poliziotto in servizio presso il Commissariato di Gallipoli, G.S., pena sospesa e non menzione della condanna.
L'imputato è stato condannato per il reato di rivelazione di segreto di ufficio, ma assolto per il favoreggiamento. Invece, il Pubblico Ministero, Maria Vallefuoco ha invocato una condanna a 2 anni per entrambi i capi d'imputazione.
Secondo l'accusa, nel corso di un'intercettazione telefonica nel gennaio del 2009, sarebbe emersa la responsabilità del poliziotto. «Attenti, so che i carabinieri di Parabita stanno cercando una macchina utilizzata per delle rapine, ve lo dico perché siete dei bravi ragazzi», dice al telefono il poliziotto. Gli inquirenti ritengono che G.S. abbia rivelato a Marco Donadei e Marco Seclì i motivi della perquisizione operata nei loro confronti, il 3 gennaio del 2009 e nello specifico che tale atto era collegato alle indagini sulla rapina perpetrata lo stesso giorno. Inoltre, sempre secondo la tesi della Procura, G.S. avrebbe cercato di eludere le investigazioni in relazione a una rapina dei "Bravi Ragazzi" (al distributore Preite avvenuta ad Aradeo il 3 gennaio del 2009). Ciò sarebbe avvenuto attraverso una telefonata al figlio affinché avvisasse Secli e Donadei dei motivi della perquisizione. Il collegio non ha però accolto tale tesi accusatoria, assolvendo G.S. per il reato di favoreggiamento. L'imputato è difeso dall'avvocato Andrea Starace. Il difensore ha chiesto l'assoluzione per il proprio assistito, sottolineando che la conversazione con il figlio (amico dei due Bravi Ragazzi") non era avvenuto con lo scopo di eludere le indagini.
Ricordiamo che il 27 gennaio del 2010 venne sgominata una banda che tra il 2008 ed il 2009 aveva terrorizzato il Basso Salento. Al termine dell’operazione denominata «Bravi ragazzi», per sette giovani, tra i 20 ed i 28 anni, è scattato l'arresto. In manette sono finiti Luigi Barone, Marco Donadei Maurizio Locorotondo, Samuele Antimo Specchiarello, Cosimo Nicoletti e Marco Seclì, tutti di Parabita, oltre a Giorgio Moscatello di Matino e Matteo Marra, sempre di Parabita (ai domiciliari). I ragazzi rispondono a vario titolo di rapina, tentata rapina, furto aggravato e spaccio si sostanze stupefacenti. Per essi è già arrivata la sentenza di condanna nel processo con rito abbreviato.
I colpi fruttavano in media dagli 800 ai mille euro. Il primo risale al luglio del 2008, presso un distributore di carburante di Galatone. Poi i colpi a Melissano, Morciano di Leuca, Nociglia, Diso, Martano e Seclì. Il 23 agosto 2009,nel corso di una rapina, i malviventi rubarono anche un telefono cellulare, poi utilizzato con una scheda sostituita. Seguendo le tracce del cellulare, gli investigatori riuscirono a ricostruire i movimenti della banda.