
Si è concluso con l’assoluzione con formula piena dei tre imputati, il processo relativo alla vicenda giudiziaria dei parcometri di Tricase.
La sentenza è stata emessa, in giornata, dal giudice monocratico Annalisa De Benedictis, che ha accolto l’istanza del collegio difensivo (secondo cui non era stata raggiunta prova alcuna della consumazione di reali condotte fraudolente).
Sono stati dunque assolti al termine del processo con la formula, “perchè il fatto non sussiste“: il commercialista Renato Erminio, 50 anni, di Tricase, in qualità di professionista incaricato dalla Gestam e Marco Calignano, 43 anni, originario di Nardò, quale responsabile della qualità aziendale, entrambi difesi dall’avvocato Luca Puce; Marco Sodero, 41 anni di Tricase, nelle vesti di legale rappresentante della Gestam, difeso dagli avvocati Luigi Covella e Massimiliano Musio.
Invece, nel corso della discussione in aula, il pm d’udienza aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione per Sodero e ad 1 anno ed 8 mesi per Calignano. Invece era stata invocata l’assoluzione per Erminio.
Gli imputati rispondevano, a vario titolo ed in diversa misura, di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica del privato in atto pubblico e dell’ipotesi di reato di turbativa d’asta.
L’amministratore della cooperativa sociale “Apulia” (classificatasi seconda nella gara d’appalto) si era costituito parte civile con gli avvocati Silvio Caroli e Vincenzo Del Prete.
L’inchiesta
Ricordiamo che il 3 maggio 2016, la Procura di Lecce aveva eseguito il sequestro probatorio di tredici parcometri presenti a Tricase. Successivamente a seguito del ricorso delle persone interessate, il Tribunale del Riesame dispose il dissequestro. Il pm, a seguito di ulteriori accertamenti, chiese il sequestro preventivo dei parcometri. A quel punto, il gip Michele Toriello emise un’apposita ordinanza, impugnata dai difensori della società interessata al sequestro. L’inchiesta penale, coordinata dall’allora sostituto procuratore Emilio Arnesano e condotta dagli uomini della Guardia di Finanza di Tricase, prese il via a seguito dell’esposto della cooperativa “Apulia”.
I suoi rappresentanti ritenevano che la Gestam, pur avendo vinto l’appalto di 2 milioni e 200 mila euro nel 2014, non avrebbe avuto i requisiti in regola. Il bando risaliva al 10 aprile di quell’anno. “Apulia” ha sempre sostenuto la tesi che vi fossero alcune palesi irregolarità. Soprattutto all’atto dell’iscrizione alla Camera di Commercio, sarebbe stato necessario dimostrare le competenze di “società operatrice nel settore”, con almeno la gestione di un parcheggio pubblico a pagamento.
Secondo quanto denunciato dalla cooperativa sociale “Apulia”, nello specifico, l’iscrizione sarebbe avvenuta soltanto sei giorni dopo la pubblicazione del bando; sarebbe stata specificata la gestione di un solo parcheggio sul tratto di litoranea tra la località del Ciolo e Leuca, che però, sarebbe risultato privato (poiché ad uso di un ristorante) e quindi non a pagamento.
Inoltre, sono stati espressi dubbi sulle modalità, con cui la Gestam ottenne il certificato di qualità Uni e Iso 9001-2008, fondamentale per partecipare al concorso. Esso sarebbe stato ottenuto il 16 aprile (giorno stesso dell’iscrizione). La cooperativa riteneva la “circostanza” sospetta, poiché per ottenere il certificato sarebbero serviti almeno sei mesi.
Al termine del processo, come detto, tali accuse sono “cadute”.