
Ha avuto inizio con una serie di questioni preliminari, affrontate per circa due ore, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, il processo che vede sul banco degli imputati due ex sindaci, ed altre 45 persone, dopo la maxi operazione investigativa ad Otranto. L’inchiesta avrebbe scoperchiato un “sistema Cariddi” per il rilascio di autorizzazioni attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori.
Nella giornata odierna, la difesa ha sollevato varie eccezioni come l’inutilizzabilità di alcuni atti d’indagine e la restituzione delle copie forensi dei telefoni per i fratelli Cariddi. I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Bianca Todaro) scioglieranno le riserve nell’udienza del 23 marzo.
Intanto, il pm Patrizia Ciccarese ha preso il posto della collega Giorgia Villa (transitata in altro ufficio) e il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone parteciperà soltanto alla prossima udienza prima del pensionamento previsto ad aprile.
Sul banco degli imputati compaiono, tra gli altri, Pierpaolo Cariddi e il fratello Luciano, ex sindaci di Otranto che non erano presenti ieri in aula. Va detto che nel settembre scorso, il Riesame ha revocato il divieto di dimora nel loro comune.
E poi, Giuseppe Tondo, di Otranto ed Emanuele Maggiulli, di Muro Leccese, ex dirigenti del comune idruntino e gli imprenditori Raffaele De Santis detto Mimmo, di Otranto; Luigi Bleve, di Otranto; Roberto De Santis e Luigi De Santis, entrambi di Maglie.
Il collegio difensivo
Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati: Gianluca D’Oria, Alessandro Dello Russo, Michele Laforgia, Viola Messa, Pietro e Antonio Quinto, Amilcare Tana, Luigi Covella, Luigi, Arcangelo e Alberto Corvaglia, Silvio Verri, Rocco Vincenti, Luigi e Roberto Rella.
Gli imputati potranno difendersi dalle accuse nel corso del dibattimento.
Il Comune di Otranto e la Regione Puglia, si sono già costituite parte civile.
Va detto che nel settembre del 2022, sono stati eseguiti 10 arresti, dopo l’ordinanza del gip Cinzia Vergine. Durante le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce e dai militari della Guardia di Finanza di Otranto, sarebbe emerso un “sistema Cariddi” che sarebbe stato portato avanti da Luciano, insieme a Pierpaolo. E quest’ultimo sostituiva spesso il fratello negli incontri elettorali organizzati per le elezioni politiche del 2018 (Luciano Cariddi era candidato al Senato). Tali appuntamenti venivano organizzati dagli imprenditori “amici”, che avrebbero garantito anche il supporto economico alla campagna elettorale.
Ora si attendono gli sviluppi del processo.