La Procura invoca 16 condanne a 148 anni di carcere, dopo la maxi inchiesta antimafia, denominata “Insidia” che ha provocato, tra le altre cose, un terremoto giudiziario a Neviano.
Il pubblico ministero Carmen Ruggiero, al termine della requisitoria tenutasi questa mattina dinanzi al gup Marcello Rizzo, ha invocato le seguenti pene: 18 anni di reclusione per Michele Coluccia, 63 anni, di Noha; 16 anni per Antonio Coluccia, 65 anni, di Noha; 14 anni e 7 mesi ad Antonio Bianco, 49 anni, di Aradeo; 12 anni per Luigi Di Gesù, 52 anni, di Cutrofiano; 11 anni e 4 mesi a Silvio Coluccia, 52 anni, di Aradeo; Alì Farhangi, 61 anni, di Surbo; Nicola Giangreco, 54 anni, di Aradeo; Marco Calò, 47 anni, di Aradeo; 10 anni per Pasquale Anthoni Coluccia, 30 anni, di Galatina e Renato Puce, 45 anni, di Corigliano d’Otranto; 8 anni per Vitangelo Campeggio, 49 anni, di Lecce; 6 anni per il neo collaboratore di giustizia, Gerardo Dino Coluccia, 49 anni, di Noha; 5 anni e 4 mesi per Sergio Taurino, 57 anni, di Lecce; 1 anno per Stefano Marra, 29enne di Aradeo; Gabriele Serra, 25 anni di Aradeo; Emanuele Apollonio, 25 anni di Aradeo.
La prossima udienza è fissata per il 20 gennaio, quando si terranno le discussioni della difesa, composta dagli avvocati: Francesco Vergine, Giancarlo Dei Lazzaretti, Andrea Starace, Luigi Greco, Antonio Savoia, Ladislao Massari, Luigi Piccinni, Pantaleo Cannoletta, Giancarlo Raco, Rita Ciccarese, Alexia Pinto, Raffaele Benfatto, Angelo Vetrugno, Michelangelo Gorgoni, Giovanni Apollonio, Gabriele Valentini, Selene Mariano, Fabio Mariano, Valerio Vianello Accorretti.
Gli imputati rispondono a vario titolo delle accuse di: associazione di tipo mafioso, usura, estorsione, spaccio di sostanze stupefacenti.
E occorre ricordare che nel corso dell’udienza preliminare, il pm Ruggiero ha depositato i verbali d’interrogatorio di uno degli imputati, divenuto collaboratore di giustizia. Parliamo di Gerardo Dino Coluccia che ha ricostruito l’organigramma del clan.
In una scorsa udienza, invece, era finito sotto processo Antonio Megha, ex assessore alla cultura del comune di Neviano. Il processo si celebrerà a partire dall’8 febbraio prossimo, dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale. L’avvocato, 62 anni, che è stato in passato sindaco di Neviano, potrà difendersi dalle accuse, assistito dall’avvocato Giuseppe Corleto, nel corso del dibattimento. Megha che è attualmente sottoposto all’obbligo di dimora, dopo aver trascorso alcuni mesi agli arresti domiciliari (venne coinvolto nel blitz del febbraio del 2022 che portò a 15 arresti).
Deve difendersi dall’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Secondo la Procura, in cambio della promessa di Michele Coluccia, formulata per il tramite di Nicola Giangreco di procacciare in suo favore almeno cinquanta voti, Megha si prodigava nell’elargizione di tremila euro in tre distinte tranches. Inoltre, si impegnava a rappresentare gli interessi del clan nel territorio calabrese, adempiendo nell’assunzione del figlio del capo clan Michele, all’interno di un’azienda attiva nel settore della raccolta dei rifiuti urbani.
Il Comune di Neviano si è già costituito parte civile nel corso dell’udienza preliminare, attraverso l’avvocato Luigi Covella, per conto della dott.ssa Manuela Currà (viceprefetto) e del dr. Berardino Nuovo (funzionario amministrativo), componenti della Commissione Straordinaria nominata a seguito del suo scioglimento. Sul banco degli imputati compare anche Cosimo Tarantini, 56 anni, di Neviano.
L’indagine “Insidia” condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce, si è sviluppata dalla primavera del 2019 sino all’inizio del 2021.