Presunto scambio elettorale politico-mafioso. Un pentito ascoltato in aula

Questa mattina è stato sentito in videoconferenza da una località segreta, il collaboratore di giustizia, Gerardo Dino Coluccia.

È stato ascoltato in aula un pentito, nel corso del processo con rito ordinario in cui compaiono sul banco degli imputati, l’avvocato Antonio Megha, ex assessore alla cultura del comune di Neviano e Cosimo Tarantini, 57enne, anch’egli di Neviano.

Questa mattina, dinanzi al collegio della seconda sezione (presidente Bianca Todaro), è stato sentito in videoconferenza da una località segreta, il collaboratore di giustizia, Gerardo Dino Coluccia. L’uomo, assistito dall’avvocato Giancarlo Raco, ha risposto alle domande del pubblico ministero Carmen Ruggiero. E si è soffermato sui presunti rapporti con esponenti dei Coluccia da parte di Cosimo Tarantini (difeso dagli avvocati Luigi Greco ed Antonio Savoia), considerato dagli inquirenti il referente del clan per i contatti con il Comune di Neviano.

Invece, riguardo Megha, avrebbe sostenuto di aver sentito dire che aveva rapporti di conoscenza con la famiglia Coluccia.

Antonio Megha, 62 anni, che è stato anche sindaco di Neviano, era presente in aula e verrà ascoltato, come imputato, nella prossima udienza fissata per il 12 gennaio del 2024. È difeso dall’avvocato Giuseppe Corleto e potrà difendersi dalle accuse da uomo libero, dopo aver trascorso alcuni mesi ai domiciliari, a seguito del blitz “Insidia” del febbraio 2022 che portò a 15 arresti. Megha risponde dell’ipotesi di reato di voto di scambio politico-mafioso con l’aggravante di aver agevolato il clan Coluccia.

L’indagine “Insidia” condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, si è sviluppata dalla primavera del 2019 sino all’inizio del 2021.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, in cambio della promessa di Michele Coluccia, formulata per il tramite di Nicola Giangreco di procacciare in suo favore almeno cinquanta voti, Megha si prodigava nell’elargizione di tremila euro in tre distinte tranches. Inoltre, si impegnava a rappresentare gli interessi del clan nel territorio calabrese e prometteva l’assunzione del figlio del presunto capoclan, all’interno di un’azienda attiva nel settore della raccolta dei rifiuti urbani.

Il Comune di Neviano compare nel processo come parte civile, attraverso l’avvocato Luigi Covella, per conto dei componenti della Commissione Straordinaria nominata a seguito del suo scioglimento.

Invece, gli altri 16 imputati sono stati già giudicati con il rito abbreviato.



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