Maxi operazione antidroga “Oceano”, riduzioni di pena nel processo di Appello. I nomi e le nuove condanne

La Corte, al termine dell’ultima udienza celebratasi presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, ha riformato la sentenza di primo grado per quasi tutti gli imputati

aula-bunker-carcere

Si conclude con diverse riduzioni di pena, il processo di Appello relativo alla maxi operazione anti-droga “Oceano”.

La Corte, al termine dell’ultima udienza celebratasi presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, ha riformato la sentenza di primo grado per quasi tutti gli imputati, anche perché è caduta l’aggravante della transnazionalità per i reati fine.

Le nuove condanne

Nello specifico, i giudici hanno inflitto: 14 anni e 11 mesi di reclusione per Ervin Gerbaj, 37enne albanese (15 anni e 8 mesi, in primo grado); 9 anni e 4 mesi per Marenglen Halka, 37 anni, di Fier (14 anni e 4 mesi); 7 anni e 3 mesi per Giuseppino Mero, 54 anni di Cavallino (chiesti 9 anni e 8 mesi); 4 anni e 9 mesi anni per Alessandro Scalinci, 34enne di Campi Salentina ( 8 anni); 4 anni e 10 mesi per Gianluca Lorè, 35 anni di Brindisi (7 anni ed 8 mesi);  6 anni ed 11 mesi per Tommaso Danese, 42 anni di Monteroni (7 anni); 4 anni ed 11 mesi per Marjus Halka, 34 anni (8 anni e 4 mesi); 4 anni e 10 mesi per Hendri Kapllani, 31 anni di Valona (7 anni e 10 mesi); 2 anni e 9 mesi per Ermal Resulaj, 38enne albanese residente a Parabita (5 anni e 6 mesi ); 2 anni ed 1 mese ed immediata scarcerazione per Davide Giovine, 40 anni di Statte (6 anni e 10 mesi); 2 anni ed 8 mesi per Viktor Shaolli, 34 anni di Fier (6 anni); 5 mesi e “non menzione della condanna” per Christian Luigi Giannone, 43enne di Cavallino (9 mesi). La Corte ha inoltre assolto per alcuni reati, Davide Giovine, Gianluca Lorè, Marenglen Halka. Confermata, infine, la condanna in primo grado per Christian Montanaro, 29 anni, di Taranto ed Alessandro Quarta, 23enne di Copertino (6 anni ed 8 mesi).

Il processo di primo grado con il rito abbreviato, si era concluso con la condanna a complessivi 110 anni di carcere. Gli imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e traffico delle stesse e raccolta di scommesse clandestine.

Infine, altre tre persone sono già state rinviate a giudizio al termine dell’udienza preliminare. Si tratta di Alessio Bellanova, 34 anni di Campi Salentina; Lorenzo Serra, 54enne di Lizzanello e Maurizio Vernich 39enne di Lecce.

Il collegio difensivo

Tra i legali degli indagati: gli avvocati Umberto Leo, Alessandro Costantini Dal Sant, Alexia Pinto, Ladislao Massari, Elvia Belmonte, Francesco Calabro, Luigi e Roberto Rella, Giuseppe De Luca, Stefano Pati, Fulvio Pedone, Marco Castelluzzo, Francesco Delli Noci, Fabrizio Lamanna e Rosa Albano.

Le indagini

Ricordiamo che nel settembre del 2016, i finanzieri sgominarono alcuni componenti di una associazione impegnata nello smercio di sostanze stupefacenti, provenienti dall’Albania e destinata a tutto il Salento e ad alcune zone della Campania. Le indagini sono state coordinate dal Procuratore Cataldo Motta e dal Sostituto Guglielmo Cataldi e condotte dai finanzieri del Goa (Gruppo Operativo Antidroga).

Tra gli imputati risulta anche il nome di un appuntato della Gdf, a cui il Gip ha applicato la misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio ricoperto. Christian Luigi Giannone risponde del reato di rivelazione di atti d’ufficio.

Secondo l’accusa, il militare avrebbe comunicato il numero di targa di alcune autovetture utilizzate dalla Guardia di Finanza per lo svolgimento dei servizi di pedinamento ed osservazione. Giannone risultava in stretti contatti con Giuseppino Mero che secondo la Procura, si adoperava a ricevere informazioni riservate riguardanti le attività investigative sull’organizzazione criminale. Inoltre, provvedeva alla distribuzione sul territorio salentino dello stupefacente. Scalinci svolgeva il ruolo di corriere e custode della droga e si adoperava al recupero crediti dei debitori. Bellanova, invece, avrebbe spacciato lo stupefacente, “affidatogli” dagli albanesi, a terze persone. Riguardo quest’ultimo, emerge da un intercettazione tra il Kapplani ed il Tole un importante retroscena sulla sua gambizzazione, avvenuta il 10 ottobre del 2013. Sarebbe stato vittima di un attentato, poiché avrebbe preteso alcune somme di denaro che doveva invece dare al sodalizio.



In questo articolo: