Terremoto giudiziario ad Otranto. L’imprenditore Roberto De Santis lascia i domiciliari

Il gip ha accolto l’istanza del suo legale che chiedeva la sostituzione della misura cautelare, con il divieto di dimora ad Otranto

L’imprenditore Roberto De Santis arrestato il 12 settembre scorso, nell’inchiesta sul terremoto giudiziario nel Comune di Otranto, lascia i domiciliari.

Il gip Cinzia Vergine, dopo un primo diniego, ha accolto l’istanza del suo legale, l’avvocato Giuseppe Fornari, che chiedeva la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari, con il divieto di dimora ad Otranto, sottolineando il fatto che la società “Cerra srl”, incaricata della realizzazione del Twiga, ha depositato una proposta di concordato preventivo di tipo liquidatorio al tribunale fallimentare di Lecce. Il giudice ha così ritenuto affievolite le esigenze cautelari. Anche il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e il pubblico ministero Giorgia Villa hanno espresso parere favorevole alla richiesta, sostenendo che l’istanza potrebbe essere valutata a favore dell’indagato, in relazione “alla vicenda Twiga ed alla ferrea volontà di mantenere sul territorio la struttura illecitamente realizzata e frutto della contestata corruzione, anche avvalendosi di intimidazioni nei confronti della Comandante Manni”.

Roberto De Santis, 64enne originario di Martano, ma residente a Maglie, nell’inchiesta sul presunto “sistema Cariddi” ad Otranto risponde dell’accusa di corruzione e tentata concussione.

Secondo la Procura, i due Cariddi si mettevano a disposizione di Roberto De Santis e del figlio Luigi, ma anche di Raffaele De Santis: “al fine di tutelare gli interessi economici dei predetti imprenditori, cui asservivano le pubbliche funzioni, compiendo atti contrari ai doveri d’ufficio”. Nello specifico, Roberto De Santis (in concorso con gli altri due) avrebbe affidato incarichi a Pierpaolo Cariddi (nel periodo in cui era sindaco il fratello Luciano), nel ruolo di progettista e direttore dei lavori per la realizzazione di strutture ricettive di lusso, come il Twiga. E grazie ai suoi contatti in contesti romani, avrebbe assicurato a Luciano Cariddi, la candidatura a senatore nel collegio di Lecce.

Dopo l’arresto, Roberto De Santis ha risposto alle domande del gip, nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Egli ha sostenuto di essersi comportato sempre in modo lecito, a tutela dei propri figli che si erano avventurati nell’attività imprenditoriale del Twiga che alla fine era andata male.



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