
Una nota pizzeria di Lecce, è finita nel mirino della Procura, nell’ambito inchiesta “Sud Est” che, all’alba di oggi, ha portato a ben 87 arresti.
In base alle indagini, l’attività è riferita a Cristian Stella (finito in carcere) ed alla sorella (non indagata). L’indagato risponde di autoriciclaggio aggravato dal metodo mafioso.
E secondo il gip Maria Francesca Mariano, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, Stella adottava delle accortezze per evitare il sequestro del locale, iscritto alla Camera di Commercio nel marzo del 2022. In una intercettazione con Antonio Leto (anch’egli arrestato e finito in carcere), dice: “Io mi sono giocato tutto quello che mi era rimasto finora…è come se non fosse mio il ristorante”.
Secondo l’accusa, Cristian Stella impiegava nella pizzeria, i proventi illeciti (pari a circa 150.000/200.000), in modo da ostacolarne l’identificazione della provenienza.
E come sostiene il gip nell’ordinanza, l’aggravante del metodo mafioso è correttamente contestata dalla Procura, poiché: “il controllo del territorio ottenuto con l’egemonia del narcotraffico da cui derivava quel denaro investito nella società era imposizione mafiosa senza ombra di dubbio”.
Lo stesso reato viene contestato ad Antonio Leto per attività speculative connesse all’acquisto di beni di lusso.
Nell’inchiesta si parla di macchine costose (come una Mercedes classe A).
Inoltre, sempre secondo l’accusa, il denaro provento dello spaccio di droga veniva reinvestito, nel mese di luglio del 2022, nell’acquisto di un orologio marca Rolex, del valore di circa 23-24.000 euro, al costo di 20.250 euro.
Come afferma il gip nell’ordinanza, Leto “cercava di reinvestire il denaro in affari illeciti che spaziavano dagli esercizi commerciali (un altro bar già oggetto nel 2021 di misura di prevenzione) alle auto di valore agli oggetti di lusso”.
La difesa potrà fare ricorso al tribunale del Riesame.