La Procura chiude le indagini sul Twiga Beach Club di Otranto, posto sotto sequestro in due occasioni, per abuso edilizio.
Nell’avviso di conclusione, però, viene contestata una nuova accusa nei confronti di quattro persone. Mimmo De Santis, Presidente della società Cerra che si è occupata della realizzazione dell’opera; l’ingegnere progettista responsabile dei lavori, Pierpaolo Cariddi, nuovo Sindaco di Otranto; i funzionari del Comune di Otranto, Emanuele Maggiulli e Giuseppe Tondo devono difendersi dall’accusa di abuso d’ufficio in concorso. Inoltre, come in precedenza, Il “primo cittadino” e i due funzionari rispondono dell’ipotesi di reato di falso ideologico.
La contestazione di abuso d’ufficio, secondo il pm Roberta Licci, si configura poiché gli indagati avrebbero procurato un ingiusto vantaggio alla società Cerra, attraverso una serie di forzature ed agevolazioni.
Gli indagati, entro i prossimi venti giorni, potranno comunque presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Adriano Tolomeo, Antonio De Mauro, Antonio Quinto, Gianluca D’Oria e Corrado Sammaruco.
Ricordiamo che nel febbraio scorso, i carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, guidati dal capitano Antonio Arnò, avevano eseguito il provvedimento di sequestro preventivo, convalidatodal gip Michele Toriello, su richiesta del sostituto procuratore Antonio Negro.
La decisione era maturata sulla scorta degli esiti della consulenza tecnica eseguita dall’ingegnere Pierpaolo Fiorentino.
Si leggeva nel decreto, “le opere che gli indagati si proponevano di realizzare ed in parte hanno iniziato a realizzare… sono in radicale ed insanabile contrasto con le previsioni dello strumento urbanistico e del regolamento edilizio del Comune di Otranto.”
Non solo, poiché il gip affermava che “la plateale illegittimità degli strumenti concessori rilasciati in favore della Cerra srl, che hanno autorizzato ed autorizzano la realizzazione di opere incompatibili con la natura e con la destinazione dell’area”.
Successivamente, veniva confermato il sequestro “bis” dal Tribunale del Riesame.
“L’accesso al mare è escluso da un divieto di balneazione disposto da un’ordinanza della locale Capitaneria di porto tuttora vigente”. È ciò che affermava il relatore Antonio Gatto, nelle motivazioni dell’ordinanza.
Il sequestro probatorio
Invece, il 15 maggio del 2017, i militari avevano eseguito un sequestro probatorio. Anche in quel caso, il Tribunale del Riesame aveva rigettato l’istanza di dissequestro presentata dalla difesa.
Intanto, occorre ricordare, Flavio Briatore ha “ritirato” il marchio in attesa degli sviluppi della vicenda giudiziaria.
