Donna morta dopo un tragico incidente sulla Nardò-Avetrana. Il marito e l’altro conducente patteggiano la pena

Il tragico incidente risale al 29 maggio del 2019, perse la vita una 66enne di Taurisano e gli altri due conducenti riportarono gravi lesioni.

Patteggiano la pena il marito della vittima ed il conducente dell’altro mezzo dopo la chiusura delle indagini sul tragico incidente stradale, sulla provinciale 359 che collega Nardò ad Avetrana del maggio scorso, in cui perse la vita una 66enne di Taurisano. Al termine dell’udienza camerale, il gip Marcello Rizzo ha inflitto 8 mesi (pena sospesa) per omicidio stradale, nei confronti di S.C., 69enne di Taurisano, marito della vittima e 2 anni e 4 mesi per omicidio stradale aggravato e lesioni personali per S.C., 35enne di Porto Cesareo, dipendente di una pescheria, difesi rispettivamente dagli avvocati Cinzia Stefanizzi e Pasquale De Monte. In precedenza, i due indagati avevano concordato la pena con il pm Luigi Mastroniani.

I fatti

Il tragico incidente risale al 29 maggio del 2019 e si verificò sulla provinciale 359 che collega Nardò ad Avetrana. La 66enne di Taurisano, A.T.,perse la vita e i conducenti dei due mezzi conivolti, rimasero feriti e vennero accompagnati d’urgenza in Ospedale, in “codice rosso”. Entrambi riportarono varie fratture e lesioni permanenti.

Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 10.30 quando, non lontano da Masseria Giudice Giorgio, è avvenuto lo scontro. L’impatto violentissimo tra un furgoncino Fiat Doblò e una Opel Agila è stato fatale per la donna che viaggiava sull’utilitaria insieme al marito. Una volta attivata la macchina dei soccorsi da alcuni automobilisti di passaggio che hanno notato le auto quasi distrutte, sul posto si sono precipitate le ambulanze del 118, ma i soccorsi, purtroppo, sono stati inutili per la donna.

In base alla ricostruzione della dinamica del sinistro, il marito della donna non avrebbe dato la precedenza, mail suo apporto causale all’incidente sarebbe stato minimo, poiché il conducente del Doblò viaggiava ad oltre 128 km/h, in un tratto stradale in cui il limite consentito è di 50.



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