
Tre indagati, tra cui l’ex Sindaco di Maglie Antonio Fitto, per la presunta falsificazione del testamento di una zia, per questioni di eredità.
Il pm Donatina Buffelli ha chiuso l’inchiesta, dopo la perizia grafica dei mesi scorsi.
Risultano indagati: Antonio Fitto, 65enne di Maglie, difeso dal legale Salvatore Nisi; il figlio Felice, 39enne, assistito dall’avvocato Francesco Vergine; Domenico Guglielmi, 58enne originario di Scorrano, ma residente a Chieti.
Le ipotesi di reato sono falsità in testamento olografo; falsità materiale commessa da pubblico ufficiale; falsità materiale commessa da privato. Risulta invece “parte offesa”, l’imprenditore Raffaele Fitto (omonimo dell’ex Governatore della Regione Puglia) e fratello di Antonio, difeso dal legale Ladislao Massari.
L’inchiesta
Secondo l’accusa, i tre indagati avrebbero redatto un testamento olografo falso, recante la firma apparente della zia, deceduta nel 2017, presentandolo ai fini della pubblicazione, presso lo studio di un notaio, pochi giorni dopo la sua morte (l’atto venne però consegnato nell’autunno del 2015).
In particolare, sostiene il pm, il testamento apocrifo recante la data del 7 ottobre 2015, stabiliva in maniera difforme rispetto al precedente olografo datato 9 maggio del 2009, che tutti i beni situati a Maglie fossero devoluti ad Antonio Fitto e quelli di Scorrano a Domenico Guglielmi ed altri due familiari di quest’ultimo. Questo testamento non prevedeva a differenza dell’altro risalente al 2009, il legato in favore della Camera di Commercio di Lecce di un immobile di Maglie (cantina e terreno), né l’onore di cura della cappella gentilizia, a carico di Antonio Fitto.