26enne trovata senza vita in casa il giorno dell’Epifania, indagato il fidanzato 

Il 34enne, è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di reato di istigazione al suicidio e maltrattamenti in famiglia.

Novità nell’inchiesta sulla morte di Roberta Bertacchi, trovata senza vita, la mattina del 6 gennaio sul balcone della sua abitazione a Casarano, con una sciarpa della locale squadra di calcio, stretta intorno al collo. Inizialmente il fascicolo era contro ignoti. In queste ore, però, è stato iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto per espletare gli accertamenti investigativi, il nome del fidanzato per le ipotesi di reato di istigazione al suicidio e maltrattamenti in famiglia.

Inoltre, Davide Falcone, 34enne di Casarano, compare tra i 13 soggetti attinti da ordinanza di misura cautelare, dopo il blitz “Fortezza” del 7 marzo scorso, su di un vasto giro di droga.

Intanto proseguono le indagini sul caso di Roberta Bertacchi, coordinate dal pm Rosaria Petrolo.

In base a quanto avrebbero riferito quattro testimoni agli inquirenti, la notte tra il 5 e il 6 gennaio, la 26enne e il fidanzato avrebbero litigato in un locale e poi si sarebbero divisi per strada.

 Roberta sarebbe tornata a piedi a casa e i quattro amici l’avrebbero raggiunta. Poi sarebbe arrivato il 35enne e i due avrebbero continuato a litigare. Il fidanzato sarebbe andato via per poi ritornare dopo qualche minuto. Successivamente avrebbe lasciato definitivamente l’abitazione e Roberta sarebbe rimasta con il gruppo di amici fino alle 3 di notte per poi rimanere in casa da sola.

Anche il fidanzato di Roberta, dopo il ritrovamento del corpo, fu ascoltato dai carabinieri come persona informata sui fatti, fornendo la propria versione dell’accaduto ed in base a quanto trapelato nei mesi scorsi, avrebbe detto di essere tornato a casa dopo essere stato con Roberta nel locale.

L’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Vaglio, sembrerebbe avvalorare l’ipotesi del suicidio.

La Procura, nei giorni scorsi, ha inoltre disposto un’indagine informatica sul telefono cellulare di Roberta (che da due giorni era in riparazione), affidata al consulente Maurizio Ingrosso per ricostruire gli ultimi contatti avuti e i messaggi ricevuti.

I familiari di Roberta sono assistiti dagli avvocati Luciano De Francesco e Silvia Romano.