Dopo l’insediamento di ieri, la commissione di accesso della Prefettura di Lecce è già al lavoro per far luce sull’ipotesi di presunte infiltrazioni mafiose nel Comune di Squinzano. La commissione, composta dal vice prefetto Marilena Sergi, dal dirigente di polizia Rocco Carrozzo e dal tenente Giuseppe Boccia dell’arma dei carabinieri, ha già richiesto la consegna di una corposa documentazione.
Gli atti finiti sotto la lente della Prefettura riguarderebbero in base alle prime indiscrezioni, vari ambiti. Anzitutto, viene chiesta l’acquisizione del regolamento per l’assegnazione di contributi socio assistenziali e il contestuale elenco dei beneficiari, a partire dal 1 gennaio del 2018 e fino al periodo dell’emergenza sanitaria da covid-19. Non solo, poiché la commissione chiede al Comune di Squinzano, guidato dal sindaco Gianni Marra, di fornire l’elenco degli assegnatari degli alloggi popolari ERP e anche di quelli di proprietà comunale. E viene richiesta la relativa graduatoria.
La verifica amministrativa della commissione prefettizia dovrebbe riguardare anche la gestione del cimitero e quella dei campetti di calcetto e tennis. Inoltre, la Prefettura chiede di poter visionare l’organigramma dell’Ente e di acquisire l’elenco sia dei componenti del consiglio e della giunta comunale che del personale in servizio, con l’indicazione dei responsabili di posizioni organizzative.
La relazione sarà successivamente inviata al Ministero dell’interno. La commissione dovrà verificare la sussistenza di rapporti della criminalità organizzata con l’amministrazione comunale squinzanese e l’eventuale condizionamento dell’attività amministrativa.
Nel 2015, la verifica della Prefettura, si concluse con la richiesta di scioglimento del Comune di Squinzano. In seguito, il ministro dell’Interno Angelino Alfano rigettò l’istanza.
La prima inchiesta e le assoluzioni
Ricordiamo che nel febbraio del 2018, si è concluso con l’assoluzione di tre imputati, il processo di Appello sull’assegnazione di un alloggio popolare alla madre del boss Antonio Pellegrino. La Corte ha ritenuto anche l’allora ex sindaco di Squinzano Gianni Marra non colpevole, “perché il fatto non costituisce reato”. In primo grado, era stato condannato, con rito abbreviato, a 4 mesi per il reato di abuso d’ufficio e assolto per il falso.
Gli altri imputati erano stati già assolti in primo grado. Rispondevano, a vario titolo ed in diversa misura, dei reati di abuso d’ufficio, corruzione in atti d’ufficio, falso ideologico e materiale. Tutti risultavano già indagati nell’operazione “Vortice Dejà-vù”, ma la Procura decise di aprire un fascicolo a parte, incentrato sui presunti rapporti tra mafia e politica nel Comune di Squinzano.
