
Il 24 febbraio 2022 è iniziata “l’operazione militare speciale” contro l’Ucraina, come ama definirla il “liberal-democratico” Vladimir Putin. Acclamato e amato da molta parte del suo popolo, più per paura che per pura convinzione, preso come esempio da molti uomini e donne di governo europei e italiani, il presidente sovietico sta dando prova del suo stalinismo camuffato per molto tempo, ma oramai alla ribalta in ogni suo pensiero e dichiarazione pubblica. C
on la guerra oramai alle porte dell’Europa Putin sta dimostrando quello che è il suo pensiero coerente di questi ultimi anni, far rinascere l’Unione Sovietica di Stalin sia in campo ideologico sia da un punto di vista di egemonia territoriale oltre i confini di Stato. In Russia, come fu una prassi stalinista, Putin elimina politicamente e riduce al silenzio i suoi avversari, inviandoli in colonie penali siberiane (gulag), mai chiuse dall’epoca delle purghe degli anni trenta, dalle quali non si esce vivi, e facendo finta di non sapere nulla circa il destino dei suoi oppositori.
L’elenco di questi ultimi anni è lungo: la giornalista Anna Politkovskaja, uccisa da alcuni sicari sotto casa crivellata di colpi, Alexander Litvinenko ex agente del Kgb, al quale è stato fatto bere un thè al polonio in Gran Bretagna, Boris Nemtsov ex Primo Ministro russo ucciso davanti al Cremlino con alcuni colpi di pistola, Evgenij Prigozhin leader del gruppo paramilitare Wagner, abbattuto in volo mentre viaggiava sul suo aereo, ed infine Alexei Navalny il maggiore oppositore politico di Putin ucciso nel Gulag siberiano Kharp, si presume con un pugno violento al cuore, tecnica usata dagli agenti del Kgb per torturare ed uccidere.
Sul fronte estero della politica russa, Putin ha fatto intendere di voler riprendere i territori che facevano parte dell’ex Unione Sovietica come gli Stati Baltici e la Polonia, visto che la Bielorussia e la Crimea sono già uno Stato fantoccio del leader russo, per ripristinare lo stato d’influenza economico-militare dell’imperialismo russo staliniano. È inutile prenderci in giro affermando – come hanno fatto in tanti in questi anni – che Putin è un fascista o un nuovo Hitler, lo sarà probabilmente per il suo modo di governare, ma in realtà il leader russo vuole solo ricreare il comunismo sovietico stalinista, lui è figlio di quel tempo storico, probabilmente ne ha nostalgia.
Ha sempre apprezzato Stalin e questo lo si può evincere dalle sue stesse parole “la caduta dell’Unione Sovietica è la più grande tragedia della storia”. Un’altra prova di questo è aver fatto arrestare i responsabili di Memorial e farla chiudere. Memorial è quell’associazione celebre soprattutto per aver denunciato e documentato in questi anni i crimini del comunismo sovietico. È stato grazie all’immensa banca dati raccolta da Memorial che milioni di ex sovietici hanno scoperto che fine hanno fatto i loro genitori e nonni, fucilati, arrestati, morti nei Gulag o deportati. Putin non vuole che si parli male dell’Unione Sovietica nel mondo, vuole nascondere la memoria storica, far passare tutto sotto banco per ripulire la storia dalle conseguenze tragiche dell’opera del suo amato Stalin e dei suoi complici.