
La società Fersalento Srl, operante nella costruzione di sedi ferroviarie e fabbricati di stazione, è stata raggiunta da un provvedimento di “Interdittiva antimafia”, notificato nella giornata di ieri. L’atto è stato emesso dalla Prefettura di Lecce, dopo una serie di accertamenti eseguiti del Gruppo Interforze, a carico di alcuni soci.
A margine del provvedimento, a firma del Prefetto Maria Rosa Trio, l’avvocato Enrico Chirivì, legale della Fersalento, precisa: “la società aveva da tempo deciso di affidare la sua guida ad un Consiglio di Amministrazione di validissimi tecnici, tutti professionisti estranei alla stessa, per affrontare le sfide del futuro e per questo si è insediato a metà del mese di febbraio. Nessun rapporto temerario con società mafiose, il rapporto contrattuale con Nicofer s.r.l. (interdetta solo nel 2019) risale al 2014, è concluso, rientrava tra quelli necessari per affrontare adeguatamente l’enorme mole di lavori aggiudicati ed è di un importo assolutamente risibile rispetto al fatturato annuo della società (parliamo di una cifra molto al di sotto dell’1%!)”.
Il legale continua: “Nessuna fattura falsa o “gonfiata”, la società si è difesa in maniera fermissima fornendo elementi oggettivi decisivi alla Commissione Tributaria. Nessun “reato spia”, considerato che nessun rappresentante della famiglia Ventura, siede nel C.d.A.- da altra prospettiva sono necessarie alcune riflessioni, considerato che ieri tutti noi siamo stati costretti ad assistere ad un film già visto”.
Ed il legale aggiunge una personale riflessione: “Come è possibile che lo Stato, in una situazione economica non certo felice, decida di colpire a morte grandi e storiche imprese sulla base di sospetti ed elementi, a dir poco, piuttosto discutibili? Come viene operato il bilanciamento tra i diversi interessi legittimi della società se lo Stato decide che un piccolissimo contratto, ormai concluso, con un soggetto che solo ex post si è rivelato colluso con la criminalità (ma chi poteva saperlo!) rappresenta un pericolo maggiore del fallimento di un’azienda e della rovina di centinaia di famiglie che vi lavorano? E conclude affermando: “Si dirà che c’è un Giudice a Berlino… Al momento è proprio così!”.