False assunzioni per favorire l’immigrazione clandestina. Tre imprenditori in silenzio davanti al giudice

Si sono svolti questa mattina, dinanzi al gip Anna Paola Capano, gli interrogatori di garanzia. I tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Fanno “scena muta” davanti al giudice, i tre imprenditori arrestati e finiti ai domiciliari con l’accusa di assunzioni fittizie, attraverso la falsificazione di atti e documenti, di oltre 900 extracomunitari, dopo aver ottenuto il pagamento di 1.500 euro per ogni pratica relativa al rilascio del permesso di soggiorno.

Si sono svolti questa mattina, dinanzi al gip Anna Paola Capano,  gli interrogatori di garanzia. Antonio Romano, di 53 anni, titolare di una azienda agricola; Paola Tarantino, 47enne, proprietaria di un’attività di ristorazione; Gabriele Madaro, 26 anni, titolare di una ditta edile (tutti di Monteroni) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Gli indagati, assistiti dagli avvocati Salvatore Musco e Luigi Pedone, potranno presentare ricorso dinanzi al tribunale del Riesame.

Nella giornata di martedì, le Fiamme Gialle della Tenenza di Porto Cesareo, insieme ai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Lecce, hanno eseguito tre misure di custodia cautelare, nei confronti dei suddetti imprenditori, disposte dal gip Anna Paola Capano, come richiesto dal pm Patrizia Ciccarese.

L’inchiesta si è avvalsa dell’analisi dei flussi finanziare. Secondo l’accusa, a decorrere dal 2020, gli indagati avrebbero ottenuto complessivamente oltre un milione e 300mila, eludendo la normativa del “Decreto Flussi”.  Nello specifico  avrebbero chiesto agli immigrati 1.500 euro per ogni pratica sul rilascio del permesso di soggiorno e, una volta ottenuta la somma, avrebbero inoltrato al Ministero dell’Interno il “modello informatico” attestante la presunta assunzione dei migranti.

Inoltre, un indagato avrebbe ottenuto fraudolentemente anche il reddito di cittadinanza, beneficiando di un contributo sociale di circa 20mila euro.