
I soccorritori li hanno trovati nel cuore della notte, mentre camminavano sulla spiaggetta a pochi passi dalla darsena di San Cataldo, completamente bagnati e, alcuni, in stato di ipotermia dovuta alla lunga traversata in mare. Un viaggio della speranza che è diventato un incubo per venticinque migranti siriani e iraniani, dieci uomini, sei donne e nove bambini, accompagnati chi nei centri di prima accoglienza, chi in ospedale a causa delle ferite riportate durante lo sbarco. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato l’una di notte. Dell’imbarcazione utilizzata per accompagnare i “disperati” sulle coste salentine, però, non c’era nessuna traccia, almeno non nelle vicinanze.
Immediatamente sono scattate le ricerche in mare che hanno impegnato le vedette veloci del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari, competente per la sorveglianza delle coste pugliesi e i pattugliatori del Gruppo Aeronavale di Taranto che svolge le funzioni di Centro di Coordinamento Locale Frontex per l’operazione Triton 2016.
La caccia non si è protratta a lungo. Poco dopo, i finanzieri sono riusciti ad intercettare una barca a vela che viaggiava a luci spente. Un fatto già da solo sospetto che unito alle caratteristiche e dimensioni del veliero (oltre 14 metri di lunghezza) hanno spinto i militari ad intervenire, intimandogli l’Alt. Una volta abbordata l’imbarcazione, battente bandiera americana del compartimento ‘Delaware’, gli uomini delle fiamme gialle sono saliti a bordo dove hanno trovato due persone e tracce dell’avvenuto trasporto dei migranti, considerate inequivocabili.
I due skipper sono stati condotti al porto di Otranto, dove sono stati consegnati nelle mani del personale del Pool interforze anti-immigrazione della Procura della Repubblica di Lecce. Grazie alle testimonianze di alcuni migranti rintracciati poco prima che hanno riconosciuto la barca su cui avevano effettuato il viaggio e gli scafisti, è stato possibile confermare i sospetti.
Il veliero, quindi, è stato sottoposto a sequestro mentre i due conducenti, A.A. 24enne ucraino e K.I. 23enne, russo, sono stati arrestati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Gli uomini delle Fiamme Gialle di Otranto, inoltre, alle 06.15 di questa mattina, sempre a San Cataldo hanno ritrovato un piccolo gommone bianco di 2 metri dotato di un motore fuoribordo da 4 cavalli, abbandonato con dei giubbini a bordo, che era stato utilizzato per il trasferimento delle persone dall’imbarcazione a terra. Sul natante a vela sono stati recuperati i documenti relativi al motore di 4 cavalli corrispondenti a quello del gommone, che veniva, pertanto, sequestrato.
I migranti, per la maggior parte famiglie, sono partiti da Istanbul, in Turchia, ed hanno pagato dai 5000 ai 7000 dollari a persona per un viaggio durato cinque giorni, prima di approdare sulle coste pugliesi. Nonostante le caratteristiche confortevoli dell’imbarcazione usata per la traversata, i passeggeri sono stati costretti con la forza, dagli scafisti, a rimanere permanentemente sacrificati sottocoperta, sempre al chiuso.