1 agosto. Il sole non è ancora sorto, quando una villetta di Clusone fa da testimone ad un terribile omicidio. Qualcuno, in quella notte di fine luglio, ha tolto la vita a Laura Bigoni con 9 coltellate mortali e ha tentato di distruggere le prove, bruciando il materasso su cui era adagiato il corpo della bella ragazza di 23 anni che lavorava come addetta alle pulizie per risparmiare e realizzare il suo sogno, quello di aprire uno studio di estetista. Con il passare delle ore il delitto si trasforma in un giallo che infiammerà quella calda estate del 1993. Un giallo che finirà nel cassetto dei casi irrisolti, archiviati senza un colpevole come tanti, come troppi drammi rimasti senza giustizia. Manca un volto e un nome, ma anche un po’ di pace per una famiglia che cerca ancora la verità, per una madre e un padre che, da anni, si chiedono perché. Il dolore per la perdita di una figlia, in fondo, non conosce tempo.
Il triangolo amoroso
Dopo la scoperta del corpo, le indagini cercano di fare chiarezza sulla morte di Laura, provando a ricostruire l’ultima notte della sua vita. Ci sono tanti pezzi del puzzle che devono essere incastrati per trovare l’assassino. C’è una serata in discoteca terminata in compagnia di un ragazzo, c’è un fidanzato, Jimmy, conosciuto per caso in un salone di bellezza, c’è una ‘terza incomoda’. Anzi l’altra sembrava essere lei, Laura. La ragazza scopre il castello di bugie del compagno. Viene a sapere che l’elettricista-aspirante vigile del fuoco frequenta una 25enne di Cesano Maderno, che non è una scappatella, ma una storia seria tanto che sta mettendo su casa per sposarla. Menzogne su menzogne. Non era vero neppure che era partito a Roma per un corso, era stato in vacanza con lei. E con lei era anche quel giorno di agosto, quando i Carabinieri lo cercano per interrogarlo.
Laura si infuria, stanca di quel menage a trois lo lascia, ma lui non ne vuole sapere di perderla. Le giura che ha preso una decisione, le promette che andranno a vivere insieme e che la sposerà. Lei tentenna, ma poi cede. Continuerà a vederlo anche a Clusone, in Val Seriana, nella casa delle vacanze, dove la famiglia le aveva consigliato di rifugiarsi per schiarirsi le idee. Jimmy macina chilometri tutte le sere, pur di vederla. Centodieci chilometri di distanza, più di un’ora di auto, per qualche minuto di amore. È lì anche sabato 31 luglio, fino alle sette di sera quando, dopo l’ennesima discussione, decide di andarsene, non a casa, a Milano, ma dalla fidanzata ufficiale.
Le ultime ore e l’omicidio
Laura decide di andare in discoteca con un vicino di casa, parcheggiatore del locale e la moglie. Nel locale incontra «il biondino» che poco dopo la mezzanotte la riaccompagna nella villetta, dove però non salgono perché la luce nell’appartamento era accesa. Si appartano non lontano, in una pineta. Quando tornano la luce è spenta e la ragazza sale, lui parcheggia, citofona dopo qualche minuto, ma nessuno risponde. A quel punto, stando al suo racconto, va via. Sarà l’ultima persona ad aver visto laura viva.
Il sole splende quando il corpo della 23enne viene ritrovato nel letto della sua casa di montagna. Era stata massacrata con nove coltellate: quattro alla gola, una più profonda al petto e le altre giù verso il ventre. Non bastava. Chi l’aveva uccisa aveva anche tentato di cancellare tracce e cadavere, appiccando il fuoco con una bomboletta di lacca per capelli. L’arma del delitto non si trova. E neanche il copriletto.
I pochi fatti si mescolano alle chiacchiere del paese. La moglie del posteggiatore racconta che in quella casa c’era un «via vai di ragazzi», ma in pochi nella palazzina avevano dormito quella notte e nessuno aveva visto o sentito nulla. Né l’anziana che aveva bevuto una camomilla affacciata alla finestra né il signore che, sempre in compagnia della luna aveva fumato una sigaretta, né il parcheggiatore che, tornato a casa, aveva fatto una passeggiata con il cane. Solo una vicina, alle prime luci dell’alba aveva sentito odore di bruciato, ma non ci aveva fatto caso. Si parla solo di una ragazza notata da una barista che tornava a casa dopo il lavoro e di un taxi giallo fermo non lontano dall’abitazione di Laura, ma l’autista non è mai stato trovato e nemmeno della ragazza c’è traccia.
I sospetti sul fidanzato
Secondo il medico che esegue l’autopsia, Laura è stata uccisa mentre era distesa sul letto, coperta solo da una maglietta, probabilmente da qualcuno che conosceva bene, dato che non ci sono segni che possano far pensare a una effrazione. O è stata Laura ad aprire la porta al suo assassino o lui aveva le chiavi. Ruota tutto intorno a questa certezza. Se Laura propose al «biondino» di continuare la liaison a casa sua quando ha notato le luci spente, probabilmente lo aveva fatto perché aveva pensato che l’ospite si era stancato di aspettare. E se qualcuno ha trovato una volta entrata in casa, da sola, non era uno sconosciuto, dato che aveva lavato le mutandine in bagno e si era messa a letto, dove è stata uccisa, solo con una maglietta.
A quel punto i sospetti si concentrano su Jimmy, l’unico che poteva conoscere il luogo dove la ragazza nascondeva le chiavi, dietro il contatore del metano. Solo un aspirante pompiere, poi, poteva sapere che una bomboletta di lacca per capelli poteva alimentare le fiamme. Erano suoi, infine, i capelli trovati nel bidet e sul lavandino. Ed erano caduti dopo l’omicidio, visto che Laura, prima di andare a letto, aveva lavato gli slip, lasciati stesi ad asciugare.
Era stato un delitto a sfondo passionale, ma il ragazzo ha un alibi. Era con la fidanzata ufficiale, lei racconta che aveva passato la notte con lui, ma che dormiva. Tanti indizi che non fanno una prova certa. E, nonostante questo, finisce alla sbarra.
Alla fine, la “sentenza” è stata questa: il giovanotto sarà stato pure un traditore, ma è stato assolto per non aver commesso il fatto. Prosciolta anche la compagna, diventata poi ex, finita nei guai per favoreggiamento.
Le bugie non bastano a fare del ragazzo un crudele assassino. Così, dopo la sentenza definitiva della Cassazione, il giallo di Clusone sarà destinato a rimanere per sempre avvolto nel mistero. Non fu lui ad uccidere Laura. Ma allora chi è stato?