Irregolarità nella realizzazione del lido “La Dolce Riva”. Dieci persone rischiano il processo

A causa dello sciopero degli avvocati, l’udienza preliminare è stata rinviata al 4 marzo, quando il giudice deciderà se rinviare a giudizio gli imputati.

Dieci persone rischiano il processo per le presunte irregolarità nella realizzazione del lido “La Dolce Riva”. Era prevista, in mattinata, l’udienza preliminare dinanzi al gup Simona Panzera. Per il concomitante sciopero degli avvocati è stata, però, rimandata al 4 marzo prossimo. In quella sede, il giudice stabilirà se disporre il rinvio a giudizio o proscioglierle dalle accuse.

Risultano imputati Anna Rita Vetruccio, 57enne di Maglie, in qualità di legale rappresentante della società (fino al 22 dicembre del 2015); Igor Cantoro, 30 anni di Otranto legale rappresentante di un’altra società affittuaria della struttura ricettiva (a partire dal 22 dicembre del 2015); Mario Luigi Stefanelli, 65 anni di Otranto, tecnico progettista e direttore dei lavori dello stabilimento turistico-balneare. E ancora i proprietari delle particelle dei terreni su cui è sorto il lido: Adriano Benedetto Provenzano, 56enne di Milano; Fausto Provenzano, 59 anni di Milano; Silvia Milena Provenzano, 61 anni di Sondrio; Giuliana Provenzano, 85 anni di Lecce; Luigi Mario Provenzano, 55enne di Matino, in qualità di “Procuratore” per l’affitto dei terreni; Emanuele Maria Maggiulli, 53enne di Muro Leccese, Responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Otranto; Giuseppe Tondo, 56 anni di Otranto, nelle vesti di Responsabile dell’Area Ambiente, Protezione Civile e Pubblici Spettacoli, sempre del Comune di Otranto.

I dieci imputati rispondono dell’accusa di “interventi edilizi tutti confluenti nella realizzazione di una compresa struttura edilizia destinata a stabilimento turistico-balneare ed attività ricreative di intrattenimento musicale e danzante della superficie di circa 15.735 mq, in assenza del permesso di costruire, dei nulla osta della Autorità preposte al vincolo e dei titoli demaniali rilasciati dal Capo del Compartimento”. Inoltre, rispondono dell’ipotesi di reato di distruzione o deturpamento di bellezze naturali.

Vetruccio, Cantoro, Stefanelli, Maggiulli e Tondo sono anche accusati dal pm Roberta Licci di abuso d’ufficio e falso ideologico, “attestando tutti falsamente nelle autorizzazioni e pareri istruttori, richieste di agibilità e di sanatorie e segnalazioni …che la struttura oggetto della richiesta fosse urbanisticamente conforme agli strumenti urbanistici approvati ed adottati..”.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ivana Quarta, Mauro Finocchito, Cristiano Solinas, Antonio Quinto, Elvira Durante, Luca Bruni, Giampaolo Salvatore.

Il sequestro

Ricordiamo che nell’agosto del 2018, i carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, guidati dal capitano Antonio Arnò, avevano eseguito il provvedimento emesso dal gip Carlo Cazzella. Il giudice aveva “trasformato” il sequestro da probatorio (eseguito nel dicembre 2017) in preventivo, ritenendo che la presenza e l’attività del lido, in quel tratto di costa, potesse compromettere la stabilità della scogliera.

Secondo la Procura, sarebbe stata violata la norma sui cosiddetti «accessi al mare», relativa alle attività di noleggio di ombrelloni, gazebo e lettini, oltre che alla somministrazione e alla vendita di alimenti e bevande, per favorire la frequentazione dei tratti costieri meno accessibili, rispetto agli arenili. Intanto, nelle settimane scorse, il Tribunale della Libertà ha rigettato il ricorso della difesa contro il provvedimento del gip.

La difesa de “La Dolce Riva”, una volta depositate le motivazioni del Riesame, valuterà se ricorrere in Cassazione.



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