
Finisce sotto processo la maestra di sostegno di Nardò, accusata di maltrattamenti nei confronti dei piccoli alunni di una scuola primaria.
La neretina Brunella La Rosa, 50 anni, è stata rinviata a giudizio dal gup Sergio Tosi al termine dell’udienza preliminare e dovrà presentarsi il 9 gennaio prossimo dinanzi al giudice monocratico per l’inizio del processo. Risponde dell’accusa di maltrattamenti di persone loro affidate per istruzione e lesioni personali. Oltre che abuso di mezzi di correzione.
I genitori delle presunte vittime si sono costituiti parte civile questa mattina. Sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Bonsegna, Tommaso Valente, Gaetano Sodo ed Antonio Falangone. L’imputata, difesa dai legali Massimo Muci ed Annamaria Ciardo, potrà dimostrare la propria estraneità alle accuse nel corso del processo.
Le accuse
Tutto è nato dalla denuncia di alcune mamme che avrebbero notato i lividi o comportamenti ‘inspiegabili’ dei loro figli. Gli episodi contestati si sarebbero verificati a gennaio di quest’anno. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Maria Rosaria Micucci, alcuni scolari sono stati presi per i capelli o a ceffoni ed altri umiliati davanti ai compagni. A volte, la maestra avrebbe costretto i bambini a farsi la pipì addosso, negandogli il permesso per andare in bagno. Tutti comportamenti che avrebbero generato malesseri negli alunni sfociati in crisi di pianto, agitazione oltre al rifiuto di andare a scuola.
Nel mese di marzo, i Carabinieri della stazione di Nardò (comandante Vito De Giorgi) hanno bussato alla porta dell’abitazione della maestra, B.L.R., stringendo tra le mani un’ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione per 1 anno dall’esercizio di un pubblico servizio. In seguito, il Riesame, accogliendo l’istanza della difesa ha ridotto a sei mesi il provvedimento.