L’agenda rossa di Paolo Borsellino e l’archivio segreto di Totò Riina, tutti i segreti di Matteo Messina Denaro

Dopo la morte di Matteo Messina Denaro resta da scoprire cosa abbia di prezioso tra le mani l’ex primula rossa: dall’agenda rossa di Paolo Borsellino ai documenti scomparsi di Totò Riina

L’arresto di Matteo Messina Denaro ha scritto la parola fine solo su una parte della sua lunga storia criminale, quella legata alla latitanza del boss-fantansma, diventato, almeno così si dice, numero uno di Cosa Nostra, dopo la morte di Totò Riina. Certo, la cattura dell’ex primula rossa è un capitolo importante, ma ci sono tante, troppe, pagine mancanti nel libro della lotta alla Mafia. Pezzi necessari per fare luce sui segreti che il Capo dei Corleonesi, mai pentito, si è portato nella tomba. Un forziere di verità destinato, con la sua morte, a rimanere chiuso per sempre. Solo lui aveva la chiave per aprirlo, cosa che s’è ben guardato dal fare, anche quando la sua vita stava volgendo al termine.

Non era solo una convinzione. Il padrino di Castelvetrano custodiva molte verità, quelle attese dai familiari delle sue vittime, quelle legate alle stragi, agli omicidi, riusciti e tentati, alla famosa agenda rossa di Paolo Borsellino, al tesoro segreto di Riina. Non potendo contare sulla collaborazione de “u siccu”, ora saranno necessarie altre strade. Ma cosa si cerca esattamente?

L’agenda rossa di Paolo Borsellino

Uno dei pezzi mancanti è senza dubbio l’agenda rossa di Paolo Borsellino sulla quale il Giudice appuntava scrupolosamente ogni scoperta dopo la morte di Falcone. Stessa sorte toccò a lui in quel caldo giorno di luglio. Aveva appena suonato il campanello dell’abitazione dell’anziana madre, in via d’Amelio, quando si scatenò l’inferno. Un inferno vissuto 57 giorni prima nella strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta. Nonostante le sirene, il caos, il dolore, qualcuno cerca tra le macerie l’agenda, contenuta nella borsa di cuoio che si trovava sul sedile posteriore della macchina imbottita di tritolo che ha ospitato il magistrato nel suo ultimo viaggio. Anche quel 19 luglio 1992 Borsellino aveva con sé quel diario con la copertina rigida da cui non si separava mai. Ne è sicura la figlia Lucia che quella mattina aveva visto il padre riordinare la scrivania e riporre l’agenda dentro la 24 ore insieme agli occhiali e alle sigarette.

È probabile, come si è creduto per anni, che il prezioso documento non fu sottratto dagli uomini di Cosa Nostra, ma Matteo Messina Denaro potrebbe sapere chi si è avvicinato davanti al corpo senza vita del magistrato, su cui non era stato ancora posato il lenzuolo bianco, per cercare l’agenda e perché era così importante.

L’archivio segreto di Totò Riina

Manca all’appello anche l’archivio segreto di Totò Riina. Quando u curtu è stato arrestato (leggi qui), la villa di via Bernini fu ripulita e svuotata. L’ultimo domicilio conosciuto del capo dei Corleonesi pare sia stata perquisito solo 18 giorni dopo l’arresto del padrino. Diranno che era usata la cosiddetta strategia delle “foglie morte“, non fare una mossa e stare vedere cosa succede come faceva il Generale Dalla Chiesa, ma quando gli investigatori entrarono nell’appartamento lasciato incustodito “qualcuno” aveva passato l’aspirapolvere, ridipinto le pareti, svuotato la cassaforte e portato via i mobili. Nulla era rimasto dell’archivio segreto di Riina contenente nomi, cognomi e trame.

Qualcuno dice che sia finito nelle mani di Matteo Messina Denaro, latin lover, viveur e forziere dei segreti degli anni più bui della storia d’Italia. ‘Diabolik’ è morto portandosi dietro i suoi misteri, ma c’è un altro punto di domanda, rimasto senza risposta? Il tramonto del boss, non significa che Cosa Nostra è finita. E c’è una eredità che dovrà finire nelle mani di qualcuno…