Finiscono sotto processo altri due dipendenti, al termine dell'udienza preliminare sulla maxi evasione fiscale del mobilificio "Torchetti".
Si tratta di Francesco Marte 57 anni, assistito dall'avvocato Mauro Marzano e Gianluca Simeone 45 anni, difensore Anna Grazia Maraschio, entrambi di Racale.
Nell'udienza scorsa, la loro posizione venne stralciata per un legittimo impedimento dei legali. In quell'occasione, il gup Carlo Cazzella rinviò a giudizio 40 persone, tra amministratori, dirigenti e operai del mobilificio “Torchetti” con sedi a Racale ed Ugento. Si tratta di Fabrizio Torchetti 33 anni di Ugento; Antonio Torchetti71enne di Ugento; Luigi Torchetti 67 anni di Racale,; Francesco Torchetti, 78enne di Racale, ; Luigi Caputo,59enne di Melissano incaricato della gestione amministrativa. Vi sono poi i dipendenti: Renato Adamo 54enne di Racale; German Agbacou 57enne di origini senegalesi, Marcello Brocca 52 di Melissano, Giuseppe Franco Caputo 63enne di Melissano, Tiziano Cataldo, 50 anni di Racale; Domenico Colona, 42enne di Melissano, Romolo De Giorgi 42 enne di Salve; Donato De Marco, 50 anni di Melissano; Mauro De Marco, 50enne di Taviano; Luigi De Vitis 63 anni, di Racale, Cosimo Giannelli 38 anni di Racale; Tiziano Gravili 37 anni di Melissano e Pasquale Lecci 45enne di Taviano; Antonio Lupo 49enne di Casarano; Cosimo Manco 46enne di Ugento; Andrea Manni 36 anni di Racale; Enrico Margherito 52enne di Racale; Luigi Meleleo 46 anni di Taviano; Daniele Mu 43enne di Racale; Sergio Olive 53 anni di Racale; Ornella Pindinello 56 anni di Racale; Tiziano Pisanello 47enne di Melissano; Alessandro Potenza 45 anni di Melissano; Giacinto Rizzo 60 anni di Alliste; Alberto Sales 51 anni di Taviano; Stefano Scarcella 52enne di Taviano; Sergio Schito 47 anni di Gallipoli; Antonio Sicuro 59 anni di Racale; Giuseppe Spennato 41 anni di Racale; Enrico Stefani 49enne di Melissano; Salvatore Timo 44 anni di Taviano; Federica Torchetti 41enne di Racale; Francesca Torchetti 39 enne di Racale; Renato Trianni 55 enne di Alliste. I complessivi 42 imputati dovranno presentarsi in data 24 gennaio, innanzi al giudice monocratico per l'inizio del processo.
Essi rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e dichiarazione fraudolenta ed infedele. Le indagini sono state condotte dagli uomini della Guardia di finanza della tenenza di Casarano e coordinate dal sostituto procuratore Francesca Miglietta ed i presunti addebiti riguardano un arco temporale che va dal 2010 al 2014.
Secondo l'accusa, i vertici dell’azienda avrebbero simulato una "crisi aziendale" per avere accesso ai contributi; non solo, poiché avrebbero innescato un meccanismo per evitare di versare le imposte, per milioni di euro, dovute al fisco. Le cifre parlano di circa 8 milioni di euro fatturati in “nero”; un'evasione delle tasse per 3 milioni di euro e dell'Iva per 1,6 milioni. Inoltre, l'azienda avrebbe ricevuto 171mila euro di contributi pubblici nell’arco di tre anni.
Invece, i dipendenti pur essendo a conoscenza della frode fiscale, avrebbero beneficiato dei compensi ricevuti, nonostante risultassero in cassa integrazione. I finanzieri avrebbero trovato "tracce" della maxi truffa nei libri extracontabili. In data 11 luglio scorso, eseguirono un sequestro preventivo di beni immobili, quali terreni e fabbricati, e disponibilità finanziarie per circa 5 milioni di euro.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati, Luigi Covella, Luigi Rella, Ester Nemola, Dimitry Conte, Francesco Zompì, Stefano De Francesco, Pompeo De Mitri, Luigi Piccinni, Francesco Fasano, Giovanni Bellisario, Donato Mellone, Marco Costantino.
