Maxi truffa all’Inps di Casarano: fioccano le condanne, ma anche qualche sconto di pena

La prima sezione penale, nella tarda serata di ieri ha emesso un’articolata sentenza relativa all’operazione ‘Caronte’. Coordinata dal Procuratore Aggiunto Ennio Cillo si concluse nel febbraio del 2009 con 48 arresti e ben 133 indagati.

L'ennesima maxi truffa all'Inps, si conclude con la condanna della maggior parte degli imputati. Il collegio della prima sezione penale, presieduto da Stefano Sernia, nella tarda serata di ieri ha emesso un'articolata sentenza, nel processo relativo all'operazione investigativa Caronte'. Coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Cillo, e condotta dalla GdF si concluse nel febbraio del 2009 con 48 arresti e ben 133 indagati. Nell'udienza dell'11 maggio scorso, il pm invocò per gli allora funzionari dell’Inps di Casarano complessivi 120 anni di carcere. Le accuse, a vario titolo, erano di associazione a delinquere, truffa aggravata, falso, istigazione alla corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I giudici hanno condannato, in certi casi mitigando le pene ( per alcuni  di loro è "caduta" l'imputazione di associazione a delinquere") a: 5 anni e 6 mesi, Pasquale Schirinzi, 66; Enrico Garofalo, 45, e Luigi Sergi ,di Casarano; 5 anni, i tunisini Mohamed Kholba e Habib Belgacem e Abdelfattah Ben Abdessalem, di 37 anni; 5 anni e 2 mesi, Biagio Maria Costantino, 50enne, avvocato di Casarano; 4 anni e mesi 8, Carmine Micocci, 59 anni di Maglie; 3 anni e 3 mesi, Ottavio Leggio, 68 di Casarano; 3 anni e 2 mesi Antonio Riccardo, 53, di Ruffano, sindacalista della Femca Cisl; 3 anni,Mirko Piero Leggio, 41, anch'egli casaranese; 2 anni e 6 mesi  Oronzo Ippazio De Marco, 48, di Gallipoli e  Ippazio Serravezza, 52enne; 2 anni e 2 mesi Antonio Martignano, 51, di Parabita; 2 anni, Emilio Del Genio di Matino; 1 anno e 10 mesi Alessandra Gabrieli, 48, di Parabita; 1 anno e 4 mesi, Addolorata Ruggeri, 48, di Montesano Salentino, Luigia Ruggeri di Montesano e Antonio Ciardo di Gagliano;1 anno e 2 mesi, , con sospensione della pena per la maggior parte di loro: Lucia Vantaggiato;  Rita Legittimo, 51, di Casarano; Germana Martucci, 40, di Supersano, Antonio Sergio Casto, 54, di Casarano; Roberta Mazzeo, 35, di Casarano, Pierina Vantaggiato, 67, di Supersano ; Marco Leonardo Rausa, 45, di Casarano; Cosimo Massaro, 59, di Acquarica del Capo; Lucia Coluccello, 55, di Acquarica del Capo; Rosa Maria Massaro, 67, di Racale; Corrado Rausa, 68, di Casarano. Assolti invece, per intervenuta prescrizione, Gianni De Marco, 37anni, di Casarano; Gabriella Martucci, 35, di Supersano, Lucia Laura De Rocco; Donato Luciano Morciano, Santa Surano, 44, di Casarano;  Anna De Masi. Assolti " per non avere commesso il fatto", Michele Dorelli, Dolores Persico, 55, di Casarano; Maurizio Placì, 44, di Ugento; Mansueto Scarcella, 38, di Casarano; Serena Stefano, 38, di Ugento; Albano Vantaggiato 35, Piero Leggio, 38, di Casarano, Antonio Campoverde, Salvatore Palese, 37, di Racale, Massimo Villa, 47, di Casarano, Hile Pepaj; Santa Perrone, 53, di Casarano.

ltri imputati avevano già patteggiato la pena o erano stati giudicati in abbreviato nel luglio 2009.

Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, dagli avvocati: Anna Grazia Maraschio, Amilcare Tana, Roberto Pascariello, Luca Puce, Andrea Sambati, Vincenzo Venneri, Simone Viva, Luigi Corvaglia, Tommaso Stefanizzi, Diego Cisternino, Dimitry Conte, Giovanni Bellisario, Walter Gravante, Donato Mellone, Francesco Vergine, Salvatore Centonze, e Alessandro Dell’Atti.

Secondo l'accusa, lo studio di consulenza del lavoro "Acquaviva" aveva architettato un piano truffaldino che negli anni aveva fruttato qualcosa come 1 milione e 750mila euro; un enorme somma di denaro sottratta all'Inps di Lecce, attraverso la sede distaccata di Casarano. Nell'operazione condotta dalla GdF, furono coinvolte alcune piccole e medie imprese del settore. Furono arrestati anche nove extracomunitari, il cui ruolo sarebbe stato quello di garantire il permesso di soggiorno in Italia ad altri clandestini, attraverso assunzioni fantasma. L'organizzazione emetteva certificazioni fasulle, per lavoratori in realtà mai assunti (la maggior parte all'oscuro di tutto) con un "regolare" contratto. La stessa cosa avveniva con i sussidi per la disoccupazione, grazie a cui alcune lavoratrici avrebbero beneficiato della maternità senza mai avere partorito.



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