
L’ex direttore del Distretto socio-sanitario della Asl di Campi Salentina ha ottenuto la messa alla prova. Era finito sotto inchiesta per avere dichiarato falsamente di avere lavorato per un numero maggiore di ore, rispetto a quanto previsto dal contratto, ottenendo uno stipendio più alto. Roberto Pulli, 69 anni, di Squinzano, difeso dall’avvocato Luigi Covella, nel corso dell’udienza preliminare, davanti al gup Anna Paola Capano, ha avanzato la suddetta istanza per il solo reato di truffa che è stata accolta dal giudice. L’ex dirigente dovrà effettuare un periodo di volontariato di sei mesi presso la Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori), e se il percorso dovesse andare a buon fine, otterrebbe l’estinzione del reato. L’imputato rispondeva di truffa e falso ideologico in atto pubblico, ma per questo secondo reato è stato assolto. Inoltre, è stato disposto un risarcimento di 5mila euro in favore dell’Asl che si era già costituita parte civile.
Il direttore del Distretto, tra dicembre 2023 e aprile 2024, secondo l’accusa, avrebbe attestato falsamente la sua presenza presso la sede del Distretto socio-sanitario di Campi Salentina. Sempre in base all’ipotesi accusatoria della Procura, gli orari di presenza dichiarati sarebbero stati superiori a quelli realmente effettuati. In particolare, il medico non avrebbe utilizzato il badge segnatempo per segnalare il termine o l’interruzione dell’orario lavorativo. Ciò avrebbe tratto in errore, i funzionari della Asl di Lecce, poiché a fronte delle 38 ore settimanali stabilite dal contratto individuale di lavoro, sulla base delle attestazioni di attività lavorativa, in realtà non prestata, gli avrebbero riconosciuto uno stipendio superiore all’attività lavorativa effettivamente svolta. Il direttore in questo modo, sempre in base all’accusa, si sarebbe procurato un ingiusto profitto pari ad un importo medio lordo di 9.135 euro circa, in relazione a 253 ore di lavoro apparentemente prestate.
Il medico avrebbe quindi attestato falsamente la presenza in servizio, timbrando occasionalmente con il badge gli orari di inizio e fine servizio, per attestare la presenza nella struttura, ma di fatto risultando assente. Non solo, secondo l’accusa, al personale dell’ufficio presenze del Distretto socio-sanitario avrebbe comunicato falsi orari di presenza lavorativa presso il presidio, facendo così risultare la presenza in servizio per 253 ore. Ciò sarebbe avvenuto in un arco temporale di circa tre mesi. Come detto, per questa accusa è stato assolto.
Il sostituto procuratore Alessandro Prontera chiese il rinvio a giudizio di Pulli che ha poi avanzato richiesta di messa alla prova.