Minacce e intimidazioni per la gestione del mercato ittico di Gallipoli, quattro persone tornano in libertà 

Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della difesa. Il padre ed il figlio erano finiti in carcere, mentre la moglie e la figlia, ai domiciliari.

Tornano in libertà i quattro componenti di una famiglia di Gallipoli, finiti in arresto con l’accusa di condotte gravemente intimidatorie nei confronti di tre persone, sempre del posto, per farsi consegnare la somma di 100mila euro e un locale nella disponibilità di uno di questi.

Il Tribunale del Riesame (presidente Simona Panzera, a latere Fabrizio Malagnino e Giovanna Piazzalunga), nella giornata di oggi, al termine della camera di consiglio, ha accolto il ricorso della difesa rappresentata dall’avvocato Speranza Faenza. Il legale chiedeva l’annullamento dell’ordinanza di misura cautelare nei confronti di quattro persone. Nello specifico, il padre ed il figlio erano finiti in carcere, mentre la moglie e la figlia, che avrebbero  incitato i  propri familiari a tenere una condotta minacciosa ed a pretendere la somma di denaro richiesta, erano state condotte ai domiciliari. Dopo la decisione del Riesame, tornano tutti in libertà. Le motivazioni della decisione si conosceranno entro i prossimi 45 giorni.

Ricordiamo che il 14 agosto, la Polizia di Stato di Lecce ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal gip Tea Verderosa su richiesta del pm Donatina Buffelli, a carico di quattro persone di Gallipoli tutte legate da un rapporto familiare.

Le indagini dei poliziotti del Commissariato di Gallipoli, nell’ambito dell’ inchiesta denominata “Mercato Libero”, hanno preso il via dalle operazioni di sequestro preventivo svolto alle prime ore del 26 luglio scorso, quando gli agenti, insieme alle altre Forze di Polizia che operano sul territorio, hanno dato esecuzione all’ordinanza di sequestro preventivo del bene demaniale formato da 8 box in muratura, presenti nell’area del mercato ittico della “Città Bella”, dopo aver riscontrato e documentato per anni reiterate e svariate violazioni di carattere penale, amministrativo e sanitario.

Le minacce, che hanno riguardato anche minori, hanno avuto un’escalation di violenza, tanto da culminare con l’incendio di un mezzo utilizzato per fini commerciali e intestato proprio ad una delle vittime della tentata estorsione.

Gli indagati, difesi dall’avvocato Speranza Faenza, si sono difesi dalle accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip.

Le persone offese in questo procedimento sono invece assistite dall’avvocato Angelo Ninni.

Invece, nella giornata di venerdì verrà discusso il Riesame per chiedere il dissequestro dei box, dopo il blitz di luglio.