
Chiede scusa per quanto accaduto l’uomo di Gallipoli accusato di minacce verso il sindaco Stefano Minerva e il consigliere comunale Giancarlo Padovano, per l’assegnazione di una casa popolare. Ed il “primo cittadino” ha preso atto del gesto, esprimendo il proprio apprezzamento e mostrandosi disposto a perdonarlo, pur sottolineando che avrebbe preferito riceverle al di fuori del processo.
È accaduto nel corso del dibattimento che si sta celebrando dinanzi al giudice monocratico Chiara Panico.
Sul banco degli imputati compare Stefano Della Rocca, 48enne di Gallipoli.
Prima dell’inizio del dibattimento, l’imputato ha fatto dichiarazioni spontanee, chiedendo scusa.
In seguito, il “primo cittadino” di Gallipoli è stato ascoltato come testimone della pubblica accusa. Ed ha riferito quanto accaduto il 12 maggio scorso, dicendo che inizialmente la situazione sembrava tranquilla, prima di prendere una brutta piega, tanto da richiedere l’intervento dei poliziotti.
Nel corso dell’udienza di questa mattina è stato sentito, sempre come teste della pubblica accusa, anche il consigliere comunale Giancarlo Padovano che ha, a sua volta, ricostruito i fatti.
Inoltre, sono stati sentiti in aula due ispettori di polizia. La prossima udienza è fissata per il 9 novembre, quando è previsto l’ascolto, come teste della difesa, del presidente del Tribunale, Roberto Tanisi. Quest’ultimo aveva ricevuto una lettera da Minerva, con cui il sindaco esprimeva la propria preoccupazione per la scarcerazione di Della Rocca (decisa dal gip).
L’imputato è difeso dall’avvocato Carlo Gervasi. Il sindaco Minerva ed il consigliere comunale Padovano, entrambi persone offese nel procedimento, non si sono costituiti parte civile.
I fatti risalgono al 12 maggio scorso, quando Minerva ha telefonato al Commissariato di Polizia per riferire di aver ricevuto minacce telefoniche da un uomo del posto che continuava chiamare sia lui che il consigliere comunale Padovano, pretendendo l’assegnazione di una casa popolare, senza sottoporsi alla procedura della graduatoria e minacciando di morte entrambi se non lo avessero accontentato. Inoltre, l’uomo aveva annunciato che avrebbe raggiunto il Comune. A quel punto, i poliziotti hanno raggiunto il palazzo di città e poco dopo le 15.00, hanno visto arrivare il 47enne accompagnato da un altro uomo. Mentre i due sono stati bloccati all’ingresso, gli amministratori sono stati avvisati della loro presenza. L’uomo ha manifestato il suo malcontento e agenti hanno provato a tranquillizzarlo, rassicurandolo che il Sindaco e il Consigliere lo avrebbero ricevuto nel proprio ufficio ma solo in presenza delle Forze di Polizia.
Incontro che c’è stato. Solo che dopo un breve scambio di battute, la situazione è precipitata. L’uomo ha cominciato ad inveire ed a minacciare di morte Minerva e Padovano. I poliziotti sono intervenuti per calmare gli animi, senza riuscirvi ed il 48enne è stato arrestato.
Il gip Alessandra Sermarini, al termine dell’udienza, aveva convalidato l’arresto, ma aveva sostituito la misura del carcere con quella del divieto di avvicinamento alle persone offese.
Durante l’interrogatorio, Della Rocca aveva fornito la propria versione dei fatti, negando sostanzialmente le minacce. Era sotto effetto di alcol ed esasperato dalla propria condizione di disoccupato.
Il Riesame ha poi accolto il ricorso del pm Luigi Mastroniani, dopo la decisione del gip di sostituire la misura del carcere con quella del divieto di avvicinamento per Della Rocca.
Il 47enne si trova attualmente sottoposto a misura cautelare per altra causa.