Minorenne molestata dal “patrigno”, arriva la condanna a 2 anni e 2 mesi

L’uomo venne arrestato nei mesi scorsi poiché avrebbe palpeggiato nelle parti intime la bambina della convivente, nata da una precedente relazione.

Avrebbe molestato la figlia minorenne della convivente e per il “patrigno” è arrivata la condanna a 2 anni e 2 mesi.

I giudici della prima sezione collegiale (Presidente Stefano Sernia, a latere Sergio Tosi ed Alessandra Sermarini) hanno ritenuto un 32enne di un paese nei pressi di Gallipoli, colpevole del reato di «violenza sessuale aggravata dalla circostanza di essere stata commessa nei confronti di una minore di 14 anni». I giudici hanno però accordato all’imputato “l’attenuante del fatto di minore gravità”. Inoltre, è stata disposta la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari, con quella del divieto di avvicinamento all’abitazione ed ai luoghi frequentati dalla minore.

In precedenza, il pubblico ministero ha invocato una condanna a 5 anni di reclusione.

Invece, l’avvocato Rocco Vincenti, difensore dall’imputato ha chiesto l’assoluzione. La difesa, ad ogni modo, presenterà ricorso in Appello una volta depositate le motivazioni della sentenza.

I fatti

L’uomo venne arrestato nei mesi scorsi poiché avrebbe palpeggiato nelle parti intime, la bambina della convivente (avuta da una precedente relazione), di appena 11 anni.

È stata la donna a fine dicembre del 2017, infatti, a raccontare all’epoca dei fatti, in una denuncia quanto accaduto all’interno dell’abitazione. Questi i fatti raccontati dagli uomini delle forze dell’ordine: il “patrigno” avrebbe molestato la ragazzina, approfittando di un momento in cui erano soli. Lei, in qualche modo, sarebbe riuscita a liberarsi da quelle “attenzioni” e a chiamare la madre al telefono che, davanti a quelle parole, si sarebbe subito precipitata in casa.

Le indagini dei carabinieri della locale stazione, avviate dopo la denuncia, hanno permesso di raccogliere diversi elementi che hanno poi spinto il Pubblico Ministero Maria Rosaria Micucci ad avanzare al Gip la richiesta di applicazione della misura cautelare ai domiciliari.

L’interrogatorio di garanzia

L’uomo, durante l’interrogatorio di garanzia, non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Assistito dai suoi avvocati, ha parlato davanti al gip Alcide Maritati per negare ogni addebito. Ha smentito, con fermezza, di aver abusato della ragazzina.



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