
Nel corso della sua carriera ha raccontato tante, tantissime vittorie delle squadre italiane nella competizioni europee, ma non è riuscito a commentare un successo della Nazionale in un Campionato del Mondo ed Europeo, si è fermato, rispettivamente, alla sconfitta in finale ai calci di rigore contro il Brasile nel 1994 e a quella con la Francia ai tempi supplementeri, con il ‘Golden Gol” di David Trezeguet, nel 2000.
Giornalismo italiano in lutto, è morto questa mattina presso l’ospedale di Gorizia Bruno Pizzul, tra qualche giorno avrebbe compiuto 87 anni.
Friulano, classe 1938, prima di intraprendere la carriera di giornalista, è stato ufficiale degli Alpini, professore, avvocato, ma in gioventù, ha alternato la carriera scolastica a quella di calciatore, nel ruolo di difensore.
Appassionato di vini, le sue telecronache si sono sempre distinte per competenza e giusta enfasi, senza mai tracimare nell’eccesso.
Entrato in Rai nel 1969, attraverso quel concorso storico della Televisione Italiana diretta da Ettore Bernabè, che assunse, tra gli altri, colossi del giornalismo, quali Bruno Vespa, Paolo Frajese e la gallipolina Angela Buttiglione, è stato la prima voce della Nazionale ininterrottamente dai Mondiali del 1996 a quelli del 2002. La gara con cui si è congedato è stata l’amichevole tra Italia e Slovenia nell’agosto del 2002.
Ha condotto anche la Domenica Sportiva, Domenica Sprint ed è stato opinionista di “Quelli che il Calcio”.
C’è però, come ha raccontato, una partita di cui non avrebbe mai voluto fare la telecronaca. La vittoria in Finale di Coppa dei Campioni della Juventus, il 29 maggio del 1985 allo stadio Heysel, prima della quale morirono 39 persone.
(Immagine tratta dal web)