Finiscono sotto processo sette "camici bianchi", per la morte del 16enne Giuseppe Orlando di Taurisano. Il gup Stefano Sernia ha disposto il rinvio a giudizio per una guardia medica, un medico dell'ambulanza, un operatore del pronto soccorso di Casarano e per due rianimatori, un internista, un neurologo dell'Ospedale "Ferrari" di Casarano. Gli imputati rispondono dell'accusa di omicidio colposo e dovranno presentarsi, in data 30 gennaio 2017, per l'inizio del processo innanzi al giudice monocratico Alessandra Sermarini della prima sezione penale.
Invece nell'udienza del maggio scorso, il giudice ha disposto il non luogo a procedere per il medico curante di Giuseppe Orlando, chiedendo, invece, nuove indagini per gli altri "camici bianchi" , poi rinviati a giudizio questa mattina.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ester Nemola, Andrea Rosafio Luigi Potenza, Stefano Orlando, Mauro Marzano, Massimo Manera e Giovanni Bellisario.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Roberta Licci, titolare dell'inchiesta, presero avvio da una denuncia dei genitori di Giuseppe Orlando, difesi dall'avvocato Massimo Fasano e costituitisi parte civile. Essi sostenevano di avere chiesto il ricovero del figlio in ospedale, direttamente a Lecce. Il ragazzo soffriva di un "idrocefalo post meningeo" ed era portatore fin dal primo anno di età del cosiddetto "acquedotto di Silvio", una "derivazione ventricolo peritoneale". Secondo la Procura, un primo medico dopo averlo visitato la mattina del 16 ottobre del 2014 presso l'abitazione del ragazzo, gli avrebbe prescritto semplicemente una fiala di Plasil e alcuni accertamenti senza specificarne la priorità e l'urgenza. Anche il medico di guardia, intervenuto poco dopo la mezzanotte del giorno successivo, avrebbe sottovalutato alcuni "segnali; Giuseppe Orlando aveva nausea, cefalea e tremori, ma pur sapendo anche della malattia di cui egli soffriva, si sarebbe limitato ad un'iniezione di Plasil e a "raccomandare" l'assunzione di molta acqua.
Qualche ora dopo, poiché le condizioni di Orlando andavano peggiorando, sarebbe intervenuta un’ambulanza del 118. Il medico che lo visitò (anch'egli al corrente della patologia del ragazzo) avrebbe però sbagliato diagnosi, ordinando il ricovero presso il "Ferrari" di Casarano, invece che al "Fazzi" di Lecce, dotato del reparto di Neurochirurgia. Anche gli altri medici che lo avrebbero successivamente avuto in cura presso l'ospedale di Casarano, non avrebbero agito nella giusta direzione; difatti, Orlando fu sottoposto ad una puntura lombare presso il reparto di Rianimazione. Questa procedura sarebbe controindicata in presenza di "ipertensione endocranica ingravescente" e il quadro clinico del ragazzo sarebbe così ulteriormente peggiorato, favorendo "l'incuneamento delle tonsille cerbellari". Questo aspetto sarebbe emerso anche dalla risonanza magnetica eseguita, secondo l'accusa, con grave ritardo. Poche ore dopo Giuseppe Orlando sarebbe morto a Lecce.
Una volta avvenuto il decesso del figlio, i genitori hanno dato il loro consenso all’espianto degli organi, eseguito dal gruppo di medici guidato dal dottor Filippo De Rosa. Occorre poi ricordare come la città di Taurisano si sia stretta attorno alla famiglia di Giuseppe Orlando, organizzando una fiaccolata.
