“Un’associazione mafiosa capace di condizionare la pubblica amministrazione”, le motivazioni della sentenza “Contatto”

È uno dei passaggi chiave delle 500 pagine della sentenza “Contatto” sulle presunte collusioni tra mafia e politica a Sogliano Cavour.

“Ciò che emerso in questo procedimento è la effettiva esistenza di una compagine che opera su parte del territorio salentino con finalità tipiche dell’associazione mafiosa…: l’acquisizione del controllo di attività economicamente rilevanti anche attraverso il condizionamento della pubblica amministrazione”. È uno dei passaggi chiave delle 500 pagine della sentenza “Contatto” sulle presunte collusioni tra mafia e politica a Sogliano Cavour.

Ricordiamo che nei mesi scorsi, il gup Antonia Martalò al termine del giudizio abbreviato, ha inflitto, pur disponendo svariate riduzioni di pena rispetto alle richieste della Procura e alcune assoluzioni, una lunga serie di condanne. Il giudice nelle “motivazioni”, si sofferma come detto sulla mafiosità del gruppo, dimostrata tra le altre cose, dalla richiesta di autorizzazione a commettere reati per evitare che “personaggi vicini ai vertici dell’associazione, ma sconosciuti in tal senso agli affiliati, potessero subire azioni illecite, così come accaduto nel caso dell’assessore al comune di Sogliano Cavour, Luciano Magnolo a cui Giuseppe Antonaci aveva danneggiato l’autovettura, perché non avrebbe interceduto a suo favore per il pagamento di alcuni compensi lavorativi“. Tale “autonoma” iniziativa di Antonaci aveva causato l’ira di quelli di Noha (i Coluccia, n.d.r.), visto che l’assessore Magnolo contribuiva al mantenimento anche in maniera rilevante.

Riguardo il politico soglianese, la dr.ssa Martalò sottolinea che sarà giudicato separatamente nel processo con rito ordinario, dunque il suo “coinvolgimento” nella suddetta vicenda serve soltanto a far luce sulle ipotesi di reato contestate agli altri imputati.

Il giudice Martalò si sofferma sull’organigramma dell’associazione. A capo del gruppo soglianese ci sarebbe Vincenzo Cianci. Importante sottolineare che il 32enne di Sogliano Cavour ha manifestato durante le battute finali del processo, la volontà di collaborare con la giustizia, come afferma il gup “fornendo dichiarazioni autoaccusatorie anche per capi d’imputazione per i quali non c’era prova certa della sua colpevolezza” . In considerazione di ciò, “appare meritevole delle circostanze attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti” (condanna a 16 anni e 2 mesi a fronte di una richiesta di 20).

Come sottolinea il giudice in un altro passaggio della motivazioni, “la posizione verticistica dei Coluccia è assicurata sul territorio dalla posizione dei fratelli Gugliersi”.

Un capitolo importante della sentenza riguarda i rapporti dell’associazione con gli appartenenti alle forze dell’ordine. Il gup Martalò ritiene che “la frangia del clan che operava sui territori di Sogliano e Cutrofiano, poteva contare sul comportamento di diversi appartenenti alle forze armate, che quando non era del tutto connivente – come accadeva nel caso del vigile urbano Antonaci – era quanto meno non ostile”. Anche se, occorre ricordare è “caduta” per i militari imputati nel processo, l’accusa di associazione o concorso esterno in associazione mafiosa. Come nel caso del carabiniere Piero Tramacere (condanna lieve ad 1 anno, nonostante la richiesta di 8 anno ). E soprattutto l’agente penitenziaria Laura Gemma ( chiesti 7 anni ed 8 mesi e assolta al termine del processo) il Giudice ritiene che la donna “cercava di comprendere se effettivamente il Cianci (compagna della Gemma,, n.d.r.) fosse ancora partecipe di quel contesto associativo non riuscendo mai ad averne conferma”.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Dimitry Conte, Sergio Luceri, Giuseppe e Michele Bonsegna, Luigi Greco, Donato Sabetta, Giuseppe Presicce, Umberto Leo, Michelangelo Gorgoni, Alessandro Mariano, Francesco Vergine, Massimo Manfreda, Simona Mancini, Giancarlo Dei Lazzaretti, Angelo Vetrugno, Silvio Giardiniero, Luigi, Alberto e Arcangelo Corvaglia, Alexia Pinto, Maria Luisa Greco.



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