Sono riusciti a conquistarsi la fiducia degli spacciatori, fingendosi dei clienti interessati alla droga. Si sono mescolati tra il popolo della notte e hanno aspettato, con pazienza, che qualcuno gli offrisse una dose di cocaina. Polvere bianca che, alla fine, hanno acquistato per non destare “sospetti”, per ricostruire, pezzo dopo pezzo, il giro di spaccio nei luoghi della movida.
È stato grazie ai poliziotti sotto copertura, una “novità” per il Salento, che all’alba di questa mattina si è arrivati all’arresto “ritardato” di tredici persone (più una indagata a piede libero). Tutti accusati di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Alcuni sono volti già noti alla cronaca locale, come il portiere del Lecce, Davide Petrachi, passato dai riflettori del campo di calcio a quelli dell’operazione “Orione” che aveva smantellato tre organizzazioni criminali, specializzate nel traffico di sostanze stupefacenti. Ad incastrarlo, in quel caso, fu un pizzino. Ora, l’ex maglia giallorossa è finita nell’indagine «Movida» che, in appena un mese, è riuscita a svelare il lato negativo del divertimento: quello legato al consumo di droga.
Altri finiti in manette, invece, sono legati ai clan della malavita locale. Certo è che, la loro, era una presenza fissa nelle località affollate di giovani salentini e turisti, da Piazzetta Santa Chiara a Lecce a Torre Uluzzu a Nardò, passando per San Foca e Santa Cesarea Terme. Non c’è angolo dall’Adriatico allo Ionio che non sia finito sotto la lente di ingrandimento dei poliziotti “infiltrati”.
I nomi
- Adil Ghazi, 53enne di origini marocchine ma residente a Porto Cesareo e Vito Sacco, 19enne di Porto Cesareo. Il 26 luglio, i due hanno venduto a Porto Cesareo due dosi di cocaina ai poliziotti-finti clienti che hanno pagato la droga 50 euro. Sacco è stato beccato anche il primo agosto, sempre a Porto Cesareo. In quel caso a cedere altre tre dosi per 60 euro. Il giorno successivo, il 2 agosto, è toccato a Ghazi che ha passato, insieme ad Luca Stefano Indirli, 20enne di Porto Cesareo, una dose di cocaina per 50 euro ai poliziotti nel locale Le Darsene.
- Nicola Guarna, 27enne di Bari. Il giovane si trovava nel Guendalina di Santa Cesarea Terme quando ha passato agli agenti sotto copertura tre dosi di cocaina per 90 euro.
- Antonio Peciccia, 50enne e Giuseppe Schito, 41enne, entrambi di Lecce. I due, il 24 luglio scorso, in piazza Vittorio Emanuele II a Lecce hanno ceduto agli agenti sotto copertura tre dosi di cocaina. Totale 110 euro. Schito, poi, è stato beccato anche in via Guglielmo Paladini, nel capoluogo, a vendere tre dosi di cocaina per un corrispettivo di 110 euro. Peciccia, il 6 agosto, ha venduto ad un poliziotto due dosi per 60 euro.
- Carmelo Schillaci, 19enne, di Nardò, sorpreso nel Ficodindia di Torre Uluzzo a cedere 2 dosi di cocaina. Sempre ai poliziotti. Totale pagato: 60 euro.
- Marco Vetrugno, 41enne di San Pietro in Lama. Anche lui è stato sorpreso nel locale della marina di Nardò a spacciare due dosi di cocaina. La sua più “economica” di quella di Schillaci: 50 euro.
- Moreno Vonghia, 37enne di Nardò è stato pizzicato quattro volte, sempre al Ficodindia a vendere in totale quattro dosi di cocaina al costo di 40 euro l’una. Il 3 di agosto era in compagnia di Roberto Patera, 41 anni di Nardò che, a sua volta, il 5 agosto, è stato sorpreso, sempre nella marina di Nardò e sempre nello stesso locale, a spacciare una dose di cocaina (per 40 euro) insieme a Graziano Romano, 40enne di Nardò. Era solo il 10 agosto, quando ha ceduto una dose per 40 euro. Patera, Vonghia e Romano, insieme, avevano formato una vera e propria associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla cessione a terzi di sostanza stupefacente. Patera aveva il ruolo di organizzatore e promotore, mentre gli altri due di collaboratori.
- Davide Petrachi, 33enne di Melendugno e Andrea Montinaro, 44enne di Vernole, invece, hanno spacciato ai finti clienti a San Foca. L’8 e il 9 di agosto hanno venduto una dose di cocaina per 40 euro.
In totale 13 persone (12 italiane e un marocchino) accusate, come detto del reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Una quattordicesima è indagata a piede libero.
Gli arrestati sono assistiti dagli avvocati: Raffaele Benfatto, Salvatore Donadei, Giuseppe Romano, Massimo Zecca, Gianpiero Geusa, Francesco Spagnolo, Massimo Muci, Marco Luigi Elia.
Dovanno presentarsi nelle prossime ore, dinanzi al gip Giulia Proto, per l’udienza di convalida dell’arresto.
Le indagini
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi della Direzione Distrettuale Antimafia, sono state condotte dalla squadra mobile di Lecce, guidata dal vicequestore Alessandro Albini, dal servizio centrale operativo della Polizia gestito dal dirigente Alfredo Fabbroncini e dai poliziotti del commissariato di Nardò, guidato dal vicequestore Pantaleo Nicolì.
Fondamentali sono stati i poliziotti undercover, agenti sotto copertura che, fingendosi clienti, hanno acquistato le dosi, permettendo così di ricostruire il quadro anche grazie all’uso delle telecamere nascoste. Un vero e proprio «esperimento» come lo ha definito in Questore di Lecce, Andrea Valentino che ha voluto sottolineare che l’operazione non ha voluto colpire il locali che vivono di turismo e le discoteche, ma il fenomeno dello spaccio di droga. «Abbiamo arrestato tredici spacciatori – ha dichiarato – che, oltre a compiere un reato, attentano alla salute dei nostri giovani».
«Nelle quasi 20 città italiane nelle quali è stato adottato questo sistema, le indagini si sono concluse con 500 arresti» ha dichiarato il primo dirigente dello Sco Alfredo Fabbroncini. «Per la prima volta, questa nuova metodologia investigativa dell’agente sotto copertura e dell’arresto ritardato è stata adottata a Lecce e consente di infiltrarsi nelle piazze e nelle zone della movida spesso ostiche per noi» ha spiegato.
I locali
La Questura di Lecce sta valutando la possibilità di sospendere la licenza per un periodo di tempo limitato, ai sensi dell’ex articolo 100 del Tulps, ai locali notturni finiti al centro delle indagini. Tra di essi il Ficodindia, in località Torre Uluzzu, a Nardò; Le Darsene, a Porto Cesareo e il Guendalina, a Santa Cesarea Terme.
Nulla è ancora certo. Ora bisogna capire.