Intascò la pensione della suocera, una 50enne del Capo di Leuca condannata a 1 anno

Secondo la Procura, nel triennio 2013-2015, A.A.D.G. 50enne di Ruggiano, frazione di Salve, bracciante agricola impegnata in lavori saltuari, avrebbe complessivamente trattenuto per sé, la somma di 35.600 euro.

Avrebbe intascato la pensione della suocera e per una donna del Capo di Leuca arriva la condanna ad 1 anno.
  
I giudici della seconda sezione penale ( Presidente Pasquale Sansonetti, a latere Marcello Rizzo e Annalisa De Benedictis) hanno ritenuto A. A. D. G., 50enne di Ruggiano (frazione di Salve), colpevole del reato continuato di "Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato". Il collegio ha però disposto la sospensione della pena e la non menzione della condanna . 

In precedenza, il pubblico ministero Francesca Miglietta ha invocato per l'imputata la condanna ad 1 anno e 6 mesi. Secondo la Procura, nel triennio 2013-2015, A.A.D.G. una bracciante agricola impegnata in lavori saltuari, avrebbe complessivamente trattenuto per sé, la somma di 35.600 euro. Difatti, alla 50enne di Ruggiano era cointestato il conto che serviva a pagare i medicinali e le rette del Centro di Assistenza per anziani di Montesardo (frazione di Alessano), presso il quale era ricoverata l'anziana suocera.
  
Dopo il decesso di quest'ultima avvenuto il 19 febbraio 2013, la nuora avrebbe continuato a prelevare il denaro, attraverso gli sportelli bancomat e la carta postamat. Ciò si sarebbe verificato, poiché la comunicazione della morte della suocera non sarebbe mai pervenuta all'INPS che avrebbe così continuato ad erogare la pensione.
  
Infatti, Il Comune di Alessano  (dov'era situato il Centro  Anziani) avrebbe trasmesso il decesso a quello Salve (Comune di residenza dell'anziana signora). La comunicazione non sarebbe mai pervenuta all'INPS che a seguito di accertamento interno, avrebbe portato a galla la vicenda. A quel punto, i Finanzieri di Santa Maria di Leuca espletarono le verifiche necessarie e vennero ascoltati vari testimoni tra cui gli impiegati del Comune di Salve .
  
L'imputata è assistita dall'avvocato Ombretta Renzo. Il legale ha sostenuto che in quel periodo, il nucleo familiare di  A.A.D.G era in grossa difficoltà economica e dunque ella aveva agito spinta da stringenti necessità.



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