Omicidi, droga e denaro sporco : la “verità” del pentito Montedoro

Si dichiara estraneo all’omicidio Potenza e al tentativo di eliminare Spennato, ma indica nuovi nomi di presunti mandanti ed esecutori materiali.

Tommaso Montedoro, nel corso di un primo incontro del luglio scorso con gli inquirenti, da una parte avrebbe confermato gli attriti sopraggiunti con l’ex socio in affari; dall’altra, avrebbe sostenuto, però, di non avere mai avuto interesse ad eliminarlo, anche perché un suo coinvolgimento avrebbe avuto pesanti ripercussioni nel procedimento penale, a suo carico, riguardante l’omicidio di Rosario De Salve (la Cassazione ha confermato nei giorni scorsi la condnna a 30 anni, n.d.r.).

Invece, Montedoro avrebbe indicato i nomi delle persone presumibilmente coinvolte nell’omicidio di Augustino Potenza. Anzitutto, Ivan Caraccio (leva emergente della criminalità organizzata del Basso Salento ed imputato nel processo Diarchia), assieme a due altri soggetti.

Caraccio come gli venne riferito da una terza persona, avrebbe fissato l’appuntamento presso il parcheggio del supermercato di Casarano. A spararlo, però, sarebbero stati due killer sopravvenuti da fuori Provincia. Il motivo? Un iniziale contrasto per un debito di droga, mai saldato nei confronti di Potenza. E poi, il desiderio di prendere il sopravvento nel controllo dello spaccio nel territorio casaranese.

Montedoro, però “invitato” ad intervenire, dopo l’omicidio Potenza, avrebbe inizialmente tergiversato. Invece, Luigi Spennato avrebbe affrontato di petto Caraccio e i suoi sodali. Nel corso di un incontro, avrebbe schiaffeggiato Luca Del Genio, sottolineando il debito di droga per 18mila euro, contratto con Potenza e prendendo in pegno una machina.

Successivamente, Del Genio si sarebbe incontrato con Caraccio, il quale gli avrebbe riferito la volontà di eliminare Spennato. Invece, gli autori materiali del tentato omicidio, come sostenuto da Montedoro, sarebbero Andrea Del Genio ( il cugino Luca sarebbe stato estromesso dopo il litigio e comunque “scagionato” da un testimone) ed una terza persona.

Il tentato omicidio di Luigi Spennato, avenne il 28 novembre 2016. Alcuni testimoni, avevano già raccontato di aver notato i cugini Del Genio sulla scena del crimine. E su entrambi, in effetti, sono state rinvenute particelle provenienti dall’esplosione di quelle cartucce. Le stesse tracce sono state ritrovate anche sull’auto.

Invece, secondo gli inquirenti, dietro l’agguato a Spennato ci sarebbe la regia di Montedoro. Una conversazione con Luca Del Genio, in particolare, lo incastrerebbe: l’uomo si raccomanderebbe di ‘non commettere gli stessi errori del passato’ nel momento in cui avrebbero eliminato Ivan Caraccio, ritenuto inaffidabile per la sua propensione a parlare troppo. E probabilmente sarebbe stato un caso di lupara bianca se non fossero intervenuti i Carabinieri che lo hanno poi arrestato per salvargli la vita.

Ed in effetti, Montedoro conferma la sua volontà di eliminare Caraccio, poiché quest’ultimo, a sua volta voleva ammazzarlo. Dunque, il 42enne di Casarano, una volta venuto a conoscenza dei propositi di Caraccio che voleva avere il predominio sulle piazze di spaccio, organizzerebbe l’omicidio. Egli avrebbe anche individuato il comando per eseguire il piano.

Il secondo verbale

Montedoro, poi nel corso di un secondo incontro con gli inquirenti nel mese di settembre, negherebbe di aver mai fatto parte, così come Augustino Potenza, della Sacra Corona Unita. Egli ha però sottolineato i suoi numerosi affari illeciti, ed in primis, il controllo delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti ( in particolare cocaina) . Egli ha invece, negato di essersi mai occupato di estorsioni e di avere sempre fronteggiato, coloro i quali cercavano di imporre il racket a Casarano e dintorni.

Inoltre, Montedoro ha elencato i nomi di fornitori, spacciatori e creditori. Infine, ha parlato del reinvestimento dei proventi della droga nell’acquisto di armi ed in attività imprenditoriali nel settore e calzaturiero e nei parcheggi. Non solo, a Lecce e Provincia, ma anche in Calabria, Sicilia, Campania e nel nord Italia. Una serie di società fittizie con tanto di prestanomi, tra cui comparirebbero una serie di insospettabili, come un ex calciatore.

Tommaso Montedoro potrà comunque ribadire la sua verità in aula, sui più cruenti fatti di sangue legati alla presenza della Scu nel Basso Salento, nella prossima udienza del “processo Diarchia”. fissata per il 23 ottobre. Assistito dall’avvocato Sergio Luceri, verrà dunque sentito in video conferenza da una località segreta.

Sul banco degli imputati nel processo Diarchia

 

Dinanzi al gip Cinzia Vergine, nell’aula di Corte di Assise, si sta celebrando il processo relativo all’inchiesta Diarchia, che portò ad una serie di arresti e permise di sgominare una presunta associazione mafiosa. Sul banco degli imputati compaiono 14 imputati.

Rispondono di “associazione mafiosa”, “tentato omicidio aggravato”, “Associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti”, “Detenzione di Armi”, “Ricettazione”e “Furto Aggravato”.

Hanno scelto l’abbreviato secco: Tommaso Montedoro, 41enne di Casarano ( anch’egli è imputato nel processo) ; Sabin Braho, 34enne nato a Durazzo (Albania), ma residente a Brindisi; Ivan Caraccio, 30enne di Casarano; Giuseppe Corrado, 45enne di Ruffano; Salvatore Carmelo Crusafio, 42enne nato in Svizzera, ma residente a Matino; Domiria Lucia Marsano, 40enne di Lecce; Marco Petracca, 41enne di Casarano, attualmente ai domiciliari ed assitito dagli avvocati Attilio De Marco e Carlo Martina. E poi, Maurizio Provenzano, 46enne di Lecce che aveva il ruolo di broker e Lucio Sarcinella, 21enne di Casarano.

Abbreviato “condizionato” per: Damiano Cosimo Autunno, 51enne di Matino; Luca Del Genio, 26enne di Casarano; il 31enne Antonio Andrea Del Genio, difesi dall’avvocato Mario Coppola

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: , Giuseppe Corleto, Simone Viva, Luigi Covella, Elvia Belmonte, Antonio Venneri, Antonio Piccolo del Foro di Bologna.



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