Giovane freddato con tre colpi di pistola nel centro di Casarano. Chiusa l’inchiesta

Il 27enne di Casarano risponde di omicidio volontario, con l’aggravante della premeditazione.

La Procura chiude l’inchiesta sull’omicidio di Antonio Amin Afendi, il 32enne di origini marocchine, ma residente da anni a Casarano, freddato nel marzo scorso con tre colpi di pistola nel centro del paese e per il quale risulta indagato, con l’aggravante della premeditazione, il compaesano Lucio Sarcinella.

Si tratta del killer reo confesso. Difatti, il 27enne di Casarano dichiarò, nell’immediatezza dei fatti, di avere sparato in un impeto di rabbia, poiché esasperato per le continue minacce rivolte alla sua famiglia, pur escludendo di avere agito con premeditazione.

Il 27enne di Casarano risponde, oltre che di omicidio, anche di detenzione di arma da fuoco e di furto aggravato poiché, nel mese di agosto del 2023, si sarebbe impossessato di un armadietto metallico, contenente numerose armi, sottraendolo da un’abitazione di Ruffano. L’uomo si sarebbe portato via, nello specifico, quattro pistole, altrettanti fucili e due carabine.

Lucio Sarcinella, difeso dagli avvocati Simone Viva e Giuseppe Presicce, potrà chiedere di essere interrogato nei prossimi venti giorni.

Nell’avviso di conclusione delle indagini, a firma del pm Giovanna Cannarile, compare anche il nome di una 21enne di origini albanesi, ma residente a Casarano (assistita dall’avvocato Americo Barba), che è indagata per favoreggiamento, poiché, secondo l’accusa, dichiarò il falso, nell’immediatezza dell’omicidio. Affermò di non conoscere Sarcinella e la sua fidanzata e di non sapere che il proprio compagno conoscesse il 27enne di Casarano. Non solo, sostiene l’accusa, la donna disse che il ragazzo aveva dormito con lei fino alle 11:30/12, mentre, sostiene l’accusa, era uscito molto prima con Sarcinella. Va detto che un 26enne di Matino, venne inizialmente iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, per concorso in omicidio. La sua posizione è stata stralciata in vista di una probabile archiviazione e non compare nell’avviso di conclusione delle indagini.

I fatti risalgono alla mattinata del 2 marzo scorso, verso le 11, quando Antonio Amin Afendi, 32 anni di Casarano, soprannominato “L’Immortale” venne avvicinato da Sarcinella, che era a bordo di un auto, condotta da un amico. E venne colpito all’addome ed al torace, nei pressi di un bar pieno di gente nel centro del paese, con tre colpi di revolver. L’autopsia venne effettuata del medico legale Roberto Vaglio.

Afendi era già scampato ad un agguato ed era collegato, secondo gli inquirenti, all’ex boss della Scu, Augustino Potenza, ucciso otto anni prima, nei pressi di un supermercato.

Poche ore dopo i fatti del 2 marzo, Lucio Sarcinella, nei confronti del quale era state già raccolte prove a suo carico, si è costituito in caserma ed ha confessato l’omicidio. Il 27enne è finito in carcere e successivamente ha confermato ogni cosa, davanti gip Anna Paola Capano, nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

Nell’ordinanza, il giudice, pur escludendo l’aggravante del favoreggiamento dell’associazione mafiosa, affermava: “L’omicidio per il quale si procede risulta maturato in un contesto contraddistinto da elevata consistenza criminale nel quale Sarcinella appare pienamente inserito”. E il gip poneva una serie di dubbi sul movente, sostenendo: “ Non appaiono credibili infatti le dichiarazioni generiche e poco circostanziate relative al movente sotteso all’azione delittuosa ed agli accesi contrasti con la vittima Afendi”.

E va detto, che nei giorni successivi all’omicidio, ci fu il blitz “Fortezza” dei carabinieri che portò a 13 arresti a Casarano per droga e armi. Tra gli indagati compariva anche il nome di Afendi, poiché l’inchiesta faceva riferimento anche a fatti precedenti all’omicidio.