Omicidio colposo di un uomo di Leverano, rinvio a giudizio per 12 medici

Disposto il rinvio a giudizio per dieci medici dell’Ospedale di Copertino e altri due provenienti da Treviso, poiché avrebbero cagionato, al fine di sperimentare una tecnica chirurgica innovativa, la morte di un ottantenne di Leverano. I familiari si sono costituiti parte civile.

Avrebbero cagionato per "negligenza ed imprudenza", la morte dell'ottantenne di Leverano Cosimo Durante e con l'accusa di omicidio colposo sono stati rinviati a giudizio 12 medici.

Il Gup Annalisa De Benedictis ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero Roberta Licci, che aveva aperto un'inchiesta in seguito all'esposto presentato in procura dai familiari della vittima (i figli e la moglie), poi costituitisi parte civile e difesi dagli avvocati Alberto Paperi, Marco Romanello e Cosimo D'Agostino ed ha rinviato a giudizio,  nell'ambito dell'udienza preliminare: Donato De Giorgi, 61enne, nato a Lecce, ma residente a Monteroni, primario di chirurgia generale dell'Ospedale di Copertino, (il quale era anche il medico che aveva in cura Durante nel periodo di degenza), difeso dagli avvocati Angelo Pallara ed Ester Nemola; i medici Giusto Pignata, 57enne e Umberto Bracale 38enne, originario di  Napoli, entrambi operanti a Treviso e difesi dall'avvocato Rosa Parenti; Giuseppe Mingolla, 45enne originario di Manduria ma residente a Lecce, medico di reparto che ebbe in cura Durante, nonché secondo operatore nell'intervento di urgenza eseguito da De Giorgi e Giovanni Marcucci 63enne di Copertino, anch'egli medico di reparto e secondo operatore nel sopracitato intervento, entrambi difesi da Luigi Covella; Giuseppe Carbotta, 42enne di Lecce, terzo operatore e medico di reparto; Gianluca Borgia, Alessandro Mele, Luisa Monica Gambato, Mario Sciuto, difesi da Luigi Covella, Claudio Marra, avvocati Covella e Annalisa Caputo; Marcello Latino, difensore Massimo Carlino (gli altri medici di reparto). Il Gup aveva anche rigettato la richiesta dei difensori degli indagati di disporre un incidente probatorio.

 I fatti risalgono a metà dicembre del 2012, quando Durante viene ricoverato presso il nosocomio "San Giuseppe" di Copertino per l'asportazione di alcuni "polipi del sigma". Difatti il 14 dicembre, il primario di chirurgia generale Donato De Giorgi dispone un intervento mini-invasivo di "emicolectomia sinistra laparoscopica" in accordo con i medici provenienti da Treviso, Pignata e Bracale in qualità di primo e secondo operatore. Essi, in quel periodo erano impegnati in alcuni tipi di intervento chirurgico presso l'Ospedale di Copertino ed erano tra i partecipanti ad un meeting di medici che si svolgeva negli stessi giorni, tanto che l'intervento eseguito su Durante, venne trasmesso in videoconferenza durante il convegno medico. La scelta del primario De Giorgi di operare Durante con quella modalità sarebbe però risultata errata ed incongrua rispetto alla patologia riscontrata, considerando anche le eventuali complicanze connesse all'età dell'uomo di Leverano ed alle patologie pregresse del paziente (broncopatia e cardiopatia). Dall'esecuzione di quest'intervento "all'avanguardia", sarebbe derivata una peritonite non segnalata nel diario clinico, nonostante ci fossero segnali inequivocabili che richiedevano un intervento di urgenza. L'operazione sarebbe quindi stata eseguita con almeno 48 ore di ritardo dal dottore De Giorgi e nel decorso post-operatorio, sopraggiunse una grave setticemia che provocò nel paziente un '"insufficienza multiorgano". Durante, fu successivamente trasferito presso l'Ospedale di Scorrano, dove morì circa un mese dopo.

Una volta aperta l'inchiesta, il PM Licci richiese l'acquisizione delle cartelle cliniche e l'autopsia, eseguita dal medico legale Alberto Tortorella e dal chirurgo, Professore Nicola Chiumarulo, da cui è stato possibile ricostruire la dinamica dei fatti.

Adesso, bisognerà attendere la data del 5 novembre per l'inizio del processo, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale.



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