Omicidio del bodyguard Gianfranco Zuccaro: richiesta di ergastolo per Lorenzo Arseni nel processo di appello

Il procuratore generale ha chiesto nel corso dell’udienza che si è celebrata nell’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola, 30 anni di carcere per il 49enne di San Cesario, reo confesso dell’esecuzione del suo compaesano. Il 1 giugno la Corte di Appello emetterà la sentenza.

Richiesta di ergastolo anche in appello per Lorenzo Arseni, già condannato a 20 anni di carcere in primo grado per l’omicidio di Gianfranco Zuccaro, il bodyguard e istruttore di arti marziali 37enne di San Cesario, freddato  nel pieno centro del paese, il 7 luglio del 2013. Il procuratore generale, Antonio Maruccia, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise d’Appello (Presidente Vincenzo Scardia) ha chiesto nel corso dell'udienza odierna celebratasi nell’aula bunker del carcere di Borgo “San Nicola”, 30 anni di carcere per il 49enne di San Cesario, reo confesso dell'esecuzione del suo compaesano. Per la sentenza bisognerà aspettare il 1 giugno, giorno in cui verranno completate le discussioni degli avvocati e si capirà se i giudici della corte confermeranno, oppure no, la richiesta formulata dall'accusa.

Nella prima parte della giornata, avevano discusso gli avvocati di parte civile, Giovanni e Gabriele Valentini e Mariangela Calò; proprio i legali dei familiari di Zuccaro avevano impugnato in appello, la sentenza inflitta in abbreviato, il 24 settembre scorso, nei confronti di Lorenzo Arseni. Il gup Carlo Cazzella lo aveva condannato a vent'anni per omicidio, non considerando l’aggravante della premeditazione e mantenendo quella di aver agito con modalità mafiose (considerando, dunque, i trascorsi dell’imputato nel clan dei Tornese) ritenendolo, quindi, così come avevano sostenuto nel corso delle loro arringhe difensive gli avvocati difensori Massimiliano Petrachi e Ladislao Massari, un delitto d’impeto, e non premeditato. Nel processo comparivano anche altri 5 imputati con l'accusa di favoreggiamento della latitanza del killer prolungatasi per 28 giorni (difesi dagli stessi legali di Zuccaro e dall'avvocato Antonio Degli Atti): Antonio De Marco, 45enne di Cellino San Marco, al quale sono stati inflitti 2 anni e 4 mesi; Maurizio Manfreda, 43, di Brindisi e Agata Rollo, 55, di San Cesario, condannati a due anni; Federica Ferrara, 27, di Brindisi e Italo Cleopazzo, 65 anni, di San Cesario per loro 1 anno e 4 mesi (per tutti è stata accordata la sospensione della pena).

La pena inflitta dal Gup che teneva conto naturalmente anche della riduzione di un terzo, per la richiesta del rito abbreviato, aveva, difatti, mitigato quella avanzata il primo luglio 2014, dal sostituto procuratore Roberta Licci (titolare del fascicolo d’indagine insieme all’aggiunto Antonio De Donno) che aveva chiesto l’ergastolo per l’imputato per Lorenzo Arseni, contestando la sia premeditazione che i metodi mafiosi.

Per l'omicidio Zuccaro, raggiunto da una serie di colpi all'esterno di un bar nel centro di San Cesario, gli investigatori seguirono inizialmente la "pista passionale" (presunte avances del bodyguard nei confronti della moglie di Arseni); questa ipotesi, supportata soltanto dalle dichiarazioni dell'omicida reo- confesso, fu presto abbandonata dagli inquirenti. Per la procura, invece, si trattò di un’esecuzione programmata per punire l’atteggiamento tracotante e violento di Zuccaro: picchiò il proprietario di una palestra per costringerlo ad accettarlo come socio e prese anche a schiaffi un amico di Arseni pochi giorni prima dell’esecuzione. Arseni venne trovato, circa un mese dopo, dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, in località Lendinuso, nel brindisino.
  



In questo articolo: