Fermato dai carabinieri in ospedale, il presunto killer si mette a ridere. I retroscena del duplice omicidio

È quanto emerge da alcune testimonianze. Inoltre, riferisce chi lo ha conosciuto, che era un ragazzo tranquillo ed educato.

Lo hanno prelevato dal Vito Fazzi, dove svolgeva un tirocinio all’Ospedale, nel pomeriggio di ieri. E la sua reazione sarebbe stata inaspettata. Avrebbe riso di fronte all’arrivo dei carabinieri che lo stavano per arrestare, come riferito da alcuni testimoni. Parliamo del presunto killer di Daniele De Santis e Eleonora Manta, i fidanzati uccisi a coltellate nell’appartamento di via Montello dove erano andati a vivere da poco.

Antonio De Marco, studente 21enne di scienze infermieristiche, dopo il fermo come indiziato del delitto di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione, è stato tradotto presso il carcere di Borgo San Nicola. Un insospettabile e un ragazzo tranquillo, come riferisce chi lo ha conosciuto durante il tirocinio in ospedale.

Dopo la richiesta di convalida del fermo avanzata dal Procuratore capo, Leonardo Leone De Castris, affiancato in questa indagine dai procuratori aggiunti Guglielmo Cataldi ed Elsa Valeria Mignone, spettera al gip la decisione. Il giudice per le indagini preliminari dovrà interrogarlo alla presenza di un legale e stabilire se convalidare il fermo e confermare la misura cautelare in carcere.

Le indagini proseguono a spron battuto. Questa notte intorno alle 2:00, i carabinieri del nucleo operativo radiomobile che hanno condotto le indagini, si sono recati nel piccolo appartamento in affitto, nei pressi dell’ospedale Vito Fazzi, per ulteriori rilievi nell’abitazione di De Marco, a caccia di ulteriori prove a suo carico.

Ricordiamo che il giovane ha, invece, vissuto fino ad agosto in via Montello, come locatario dell’appartamento di Daniele De Santis. La sua presenza in quel periodo non è passata inosservata ai residenti della zona. Qualche residente della zona, questa mattina, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Invece, una signora ha riferito di averlo incontrato più volte, sebbene si siano scambiate poche parole, come buongiorno e buona sera, e di avere avuto l’impressione che si trattasse di un bravo ragazzo.

Ora le indagini, che non sono ancora concluse, dovranno appurare il movente dell’efferato delitto.



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